Il Vaticano dedica una mostra alla donna dei libri d'arte, Irma Boom acclamata book-designer

Il Vaticano dedica una mostra alla donna dei libri d'arte, Irma Boom acclamata book-designer
di Franca Giansoldati
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Martedì 15 Novembre 2022, 11:50

Città del Vaticano - Molti dei volumi più belli disegnati negli ultimi anni nel mondo sono opera di Irma Boom, la Signora dei libri. Nata a Lochem, nei Paesi Bassi, nel 1960, la Boom ha conquistato il plauso internazionale per la bellezza iconica. Leggerne o sfogliarne uno è come imbarcarsi in un'avventura visiva. Ogni progetto di design è il frutto di una rigorosa ricerca sui contenuti, sulla grafica, sull'armonia tra significato e simbolo. 

Da quando ha aperto l'Irma Boom Office ad Amsterdam nel 1991, ha insegnato a Yale negli Stati Uniti e all'Accademia Van Eyck di Maastricht. Il 18 novembre, la Biblioteca Vaticana inaugura la prima mostra di Irma Boom realizzata in collaborazione con l’Ambasciata olandese, con una selezione delle più emblematiche realizzazioni dell’artista.

Una sorta di “galleria futurista”, in cui vengono esposti, per la prima volta, i manifesti e alcuni dei prodotti librari provenienti dalla raccolta di don Giuseppe De Luca, sacerdote ed erudito, personaggio di spicco del Novecento italiano. 

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La mostra è anche l’occasione per presentare la larga donazione di Irma Boom alla Vaticana; come sottolineato dall’artista, «nell’epoca del flusso di internet, il libro si è dimostrato uno dei mezzi di comunicazione più stabili degli ultimi seicento anni. Il libro è vitale, è parte integrante e fondamentale della nostra tradizione e cultura, fonte di conoscenza e saggezza, oltre che chiave per comprendere il passato. La Biblioteca Vaticana ne è una prova». 

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Tra le opere anche alcuni progetti commissionati da celebri maison: “Renault = Présent” (2016), libro dal peso di 1,5 kg perché stampato su carta alluminio, sottilissima e lucida, in cui le pagine si riflettono l’una sull’altra con colori monocromatici che richiamano quelli delle carrozzerie. Oppure “N°5 culture Chanel” (2013), in cui l’invisibilità del profumo e la sua scia fuggevole e persistente sono risolti in un volume completamente bianco, senza la minima traccia d’inchiostro, poiché quanto vi è scritto e illustrato è impresso in rilievo tramite coppie di matrici. 

Una altra opera esposta è “Mutilaties” (2017), volume in cui trenta semicerchi sono stati ritagliati su ogni pagina per far sì che sfogliandolo si aprano ed emettano un suono, come se lo stessimo danneggiando. Una metafora per affrontare il tema della tutela del patrimonio culturale, della preservazione degli originali cartacei e della digitalizzazione. 

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