L'Aif a sorpresa prende le distanze dalla magistratura vaticana dopo le perquisizioni e la denuncia dello Ior

L'Aif a sorpresa prende le distanze dalla magistratura vaticana dopo le perquisizioni e la denuncia dello Ior
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 23 Ottobre 2019, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 17:22

Città del Vaticano - La guerriglia tra Santa Sede e Ior si arricchisce di un ulteriore tassello. A difesa di uno dei cinque funzionari, i cui uffici sono stati perquisiti due settimane fa dalla gendarmeria, dopo la denuncia presentata dalla banca vaticana per presunte attività finanziarie illecite, oggi è sceso in campo l'Aif, l'autorità di informazione finanziaria, un organismo autonomo che si interfaccia con tutte le autorithy finanziarie internazionali, soprattutto con Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio degli Stati che vi aderiscono.


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Con un comunicato piuttosto irrituale ma denso di significati, diffuso nel pomeriggio, l'Aif è scesa in campo con tutto il suo peso per ribadire che tutta la attività finora svolta è sempre stata regolare e secondo le norme. Un modo per smarcarsi e prendere le distanze dalla denuncia dello Ior ma, soprattutto, dalle misure draconiane stabilite dalla magistratura vaticana ed attuate dalla gendarmeria lo scorso primo ottobre. Misure che hanno portato la gendarmeria a produrre il famoso avviso con le foto segnaletiche dei cinque funzionari ai quali i magistrati hanno disposto che non avrebbero dovuto mettere più piede in Vaticano per i prossimi sette mesi, né lavorare (visto che sono stati sospesi dall'incarico in via cautelativa) anche se formalmente non risultano essere nemmeno sotto indagine.

«Sulla base di tale indagine interna, il Consiglio direttivo ha stabilito: in primo luogo, che l’attività svolta dall’AIF e dal suo Direttore era di natura strettamente istituzionale e condotta in conformità con lo Statuto dell’AIF. In secondo luogo, che nell'esercizio della sua funzione istituzionale, né il Direttore né alcun altro dipendente dell’AIF hanno svolto in maniera inadeguata la propria funzione o tenuto qualsiasi altra condotta impropria. Di conseguenza, il Consiglio direttivo ribadisce la sua piena fiducia nella competenza professionale e onorabilità del suo Direttore (Di Ruzza, uno dei 5 perquisiti ndr) e, inoltre, lo elogia per l’attività istituzionale svolta nella gestione del caso in questione. Poiché l’AIF continua a svolgere le sue attività operazionali a livello nazionale e internazionale, rimane pienamente cooperativo con le autorità competenti. Il Consiglio direttivo è fiducioso che le potenziali incomprensioni saranno presto chiarite».

ll primo ottobre il direttore dell’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF), Tommaso Di Ruzza, e i suoi uffici sono stati perquisiti in relazione a un’indagine avviata dal Promotore di Giustizia «a seguito di due denunce presentate nel mese di luglio e agosto rispettivamente dallo Ior e dall’Ufficio del Revisore Generale nell’esercizio delle loro competenze istituzionali».

«La ricerca - si legge -  che ha portato al sequestro di determinati documenti e fascicoli, è connessa ad un’attività istituzionale in corso svolta dall’AIF sulla base di un Rapporto di attività sospette che coinvolge diverse giurisdizioni straniere. Immediatamente dopo questi eventi, il Presidente dell’AIF, René Brülhart, dopo aver consultato i membri del Consiglio direttivo, ha avviato un’indagine interna per comprendere a fondo l'attività operazionale dell’AIF interessata». 

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