Vaticano, sondaggio choc sulle donne di 17 paesi: vogliono predicare a messa e un maggior peso nella leadership

Tutte avvertono la mancanza di potere nei processi decisionali ritenendo la Chiesa troppo poco inclusiva sia verso di loro che delle persone divorziate o gay.

Vaticano, sondaggio choc sulle donne di 17 paesi: vogliono predicare a messa e un maggior peso nella leadership
di Franca Giansoldati
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Lunedì 6 Marzo 2023, 12:09

In vista dell'8 marzo è stata diffusa una fotografia sullo scontento delle donne cattoliche: vogliono poter diventare sacerdotesse, avere gli stessi diritti dei maschi nel gestire parrocchie e diocesi, compreso la partecipazione alle dinamiche interne delle strutture amministrative, secondo uno spirito di parità che finora nella Chiesa è mancato. Anche se il Vaticano fino ad oggi ha fatto fatica ad ascoltare e fare passi in avanti, il sondaggio non mancherà di far riflettere ulteriormente sulle richieste affiorate. In questi ultimi tre anni il dibattito (rivoluzionario) della base dei fedeli laici (maschi e donne) in corso in Germania ha alimentato attese e polemiche a proposito della posizione di chiusura del Vaticano. In questi giorni è appena stato pubblicato un ampio studio in Australia basato sulle interviste a 17 mila donne di 14 paesi diversi. Tutte avvertono la mancanza di potere nei processi decisionali ritenendo la Chiesa troppo poco inclusiva sia verso di loro che delle persone divorziate o gay. Lo studio è stato guidato da ricercatori australiani e sarà presentato nella Giornata internazionale della Donna il prossimo 8 marzo. Lo riferisce il Sydney Morning Herald. 

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Lo studio internazionale, coordinato dalla teologa e sociologa delle religioni Tracy McEwan dell'Università di Newcastle, mostra quanto le donne siano determinate a voler arrivare alla predicazione, all'accesso al sacramento dell'eucarestia.

Affermano di voler cambiare le cose, non amano che i sacerdoti promuovano agende politiche e sono preoccupate della mancanza di trasparenza nella governance. Per il Vaticano è uno dei tanti segnali che in futuro difficilmente la questione si potrà eludere.

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La studiosa presenterà i risultati della ricerca alle ambasciatrici presso la Santa Sede, l'8 marzo, in una giornata di riflessione promossa da Chiara Porro, ambasciatrice australiana presso il Vaticano, molto attiva nel promuovere dibattiti e alimentare confronti costruttivi. I dati del sondaggio mostrano che l'84% delle donne appoggiano la volontà di riforme nella Chiesa: due terzi vorrebbero fossero passaggi davvero radicali. 

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Quasi tre su dieci ritengono che senza di queste riforme non vi sarebbe posto per le donne nella Chiesa. Emerge anche una preoccupazione significativa sugli abusi di potere da parte di chierici e del danno spirituale che ne deriva. Quasi otto su 10 concordano che le donne dovrebbero essere pienamente incluse a tutti i livelli della leadership, e più di tre quarti che anche le donne dovrebbero poter predicare durante la messa. Più di quattro su cinque dicono che le persone Lgbtqi+ dovrebbero essere incluse in tutte le attività e poco più di metà concorda fortemente che le coppie dello stesso sesso debbano aver diritto a un matrimonio religioso o a una forma di benedizione. I risultati variano naturalmente da paese a paese. L'Australia è risultata più conservatrice della media globale su alcuni degli indicatori: per il 74% delle intervistate le riforme sono necessarie contro la media globale dell'84%. Il desiderio di cambiamento è più forte nelle roccaforti di Irlanda e Spagna.

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