Vaticano e ddl Zan, Parolin: «Non si chiede di bloccare la legge. D'accordo con Draghi, Stato è laico»

Vaticano e ddl Zan, Parolin: «Non si chiede di bloccare la legge. D'accordo con Draghi, Stato è laico»
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Giovedì 24 Giugno 2021, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 19:05

Il Vaticano fa chiarezza sul documento "Nota Verbale" pubblicato in merito al ddl Zan: «Non si chiede di bloccare la legge. D'accordo con Draghi, Stato è laico», dice il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, a Vatican News. «Non è stato in alcun modo chiesto di bloccare la legge. Siamo contro qualsiasi atteggiamento o gesto di intolleranza o di odio verso le persone a motivo del loro orientamento sessuale, come pure della loro appartenenza etnica o del loro credo. La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è».

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Vaticano e ddl Zan, Parolin: «Stato è laico»

«Lo Stato italiano è laico, non è uno Stato confessionale, come ha ribadito il Presidente del Consiglio - dice ancora il Segretario di Stato vaticano, card.

Pietro Parolin, parlando del ddl Zan con Vatican News -. Concordo pienamente con il Presidente Draghi sulla laicità dello Stato e sulla sovranità del Parlamento italiano. Per questo si è scelto lo strumento della Nota Verbale, che è il mezzo proprio del dialogo nelle relazioni internazionali».

La genesi della "Nota Verbale"

 

Il card. Parolin spiega la genesi dell'iniziativa della Santa Sede: «Avevo approvato la Nota Verbale trasmessa all'ambasciatore italiano e certamente avevo pensato che potevano esserci reazioni. Si trattava, però, di un documento interno, scambiato tra amministrazioni governative per via diplomatica. Un testo scritto e pensato per comunicare alcune preoccupazioni e non certo per essere pubblicato». Il Segretario di Stato vaticano rileva poi che «l'intervento è stato preventivo proprio per fare presenti i problemi prima che sia troppo tardi. Il disegno di legge è stato già approvato, peraltro, da un ramo del Parlamento. Un intervento solo successivo, una volta cioè che la legge fosse stata adottata, sarebbe stato tardivo. Alla Santa Sede si sarebbe potuto imputare un colpevole silenzio, soprattutto quando la materia riguarda aspetti che sono oggetto di un accordo».

Infine spiega perché sia intervenuto il Vaticano e non la Cei: «La Conferenza episcopale italiana - dice Parolin a Vatican News - ha fatto tutto il possibile per far presenti le obiezioni al disegno di legge. Ci sono state due dichiarazioni in proposito e il quotidiano dei cattolici italiani, Avvenire, ha seguito con molta attenzione il dibattito. Anche la Cei, con la quale c'è piena continuità di vedute e di azione, non ha chiesto di bloccare la legge, ma ha suggerito delle modifiche. Così anche la Nota Verbale, si conclude con la richiesta di una diversa 'modulazione' del testo. Discutere è sempre lecito».

 
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