La guerra dei Cavalieri di Malta, i sudamericani si coalizzano con i tedeschi contro gli americani del Nord

La guerra dei Cavalieri di Malta, i sudamericani si coalizzano con i tedeschi contro gli americani del Nord
di Franca Giansoldati
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Domenica 6 Settembre 2020, 14:37 - Ultimo aggiornamento: 15:52

Città del Vaticano – I cavalieri dell'America del Sud contro quelli dell'America del Nord. Chi l'avrebbe detto. Nemmeno la messa celebrata l'altro giorno in memoria del Beato Gerardo – il fondatore dell'Ordine di Malta - è riuscita a mitigare gli scontri sotterranei nell'ordine cavalleresco più antico del mondo. Scontri che proseguono carsici in vista dell'appuntamento di novembre, quando verrà prima eletto il nuovo Gran Maestro – dopo la morte di Giacomo Dalla Torre – e, solo in seconda battuta, verrà approvata la nuova costituzione, praticamente la vera posta in gioco sulla quale si misurano opposte fazioni.



In ballo c'è il controllo di un organismo internazionale articolato e ricchissimo.
Il cardinale Angelo Becciu, incaricato dal Papa di controllare ogni fase della riforma in atto, celebrando la messa, durante l'omelia, ha strigliato i cavalieri: “
«La Chiesa ha fiducia in voi, non deludeteci! Il mondo vi guarda!» facendo riferimento al bisogno di trovare la quadra su come rafforzare la parte spirituale dei cavalieri professi (Il Signore chiede una forte testimonianza alla verità del Vangelo: siate degni della spirituale genealogia in cui il Signore vi ha collocati!). Parole severe che sembrano persino fare riferimento ad una deriva un po' intrigante e opaca denunciata anche dal penultimo Gran Maestro, l'inglese Matthew Festing. 



L'ultimo atto degli scontri dei nobili cavalieri ha come protagonisti i Presidenti delle Associazioni in Sud America: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Ecuador, Paraguay, Perù e Uruguay. I cavalieri hanno preso carta e penna per lamentarsi con il cardinale Becciu e rispondere così pan per focaccia ai cavalieri dell'America del Nord, autori di una sorta di denuncia sull'attività poco chiara dei cavalieri tedeschi e dell'attuale referente, il Gran Cancelliere Boeselager. A difesa di quest'ultimo i cavalieri dell'America del Sud non hanno esitato a coalizzarsi e firmare una lettera congiunta.

«Il tono della lettera ci rattrista perché pone ostacoli indesiderati e improduttivi nel lungo e complesso processo di riforma avviato dal Governo dell'Ordine, di concerto con Sua Eminenza, Delegato Speciale del Santo Padre presso l'Ordine di Malta, per rafforzare l'unità dell'Ordine e rinvigorire le sue fondamenta religiose basate sullo spirito melitense. Ci auguriamo che le consultazioni con la Santa Sede possano progredire rapidamente per facilitare la distribuzione a tutte le Associazioni nazionali della bozza esistente della riforma costituzionale e del Codice riveduto».

La posizione dei cavalieri sudamericani è favorevole a rivedere la composizione dei Cavalieri Professi (quelli che emettono voti di povertà e castità e obbedienza) incoraggiando «l'inclusione di giovani uomini disposti a rafforzare il futuro carisma dell'Ordine».



In questo contesto magmatico ormai è chiaro che il passaggio più rilevante resta l'approvazione di una nuova costituzione dalla quale dipenderà il futuro dell'istituzione. Dal punto di vista politico l'approvazione di nuove regole per riformare il governo e ridisegnare le figure che dovranno gestire gli asset patrimoniali dell'Ordine per i poveri resta la vera partita in gioco. 

Il blocco tedesco già a ridosso della morte di Dalla Torre si era portato abbondantemente avanti con il lavoro di revisione costituzionale tanto che aveva pronto un testo e si apprestava a farlo approvare attraverso un Capitolo Generale Straordinario calendarizzato per novembre ma senza le dovute consultazioni. 

I cavalieri americani e canadesi, quasi un terzo del totale, non avevano esitato a denunciare in Vaticano il tentativo tedesco di «bloccare il loro ruolo legittimo di partecipare alla riforma» e il loro diritto a vedere le bozze che erano «state preparate a loro insaputa». Denunciavano tra l'altro anche una riunione carbonara fissata dai tedeschi, in Svizzera, per settembre, e considerata risolutiva per procedere verso le nuove costituzioni. In Vaticano di quella riunione nessuno era stato informato e così è dovuto intervenire di peso il cardinale Becciu, previo placet papale, per ripristinare il rispetto delle regole e fare saltare il summit.

Prima di arrivare all'approvazione della nuova costituzione l'Ordine di Malta dovrà eleggere un nuovo Gran Maestro o, in alternativa, un Luogotenente del Gran Maestro, figura di transito e di garanzia, probabilmente per il tempo necessario alla approvazione della costituzione. Dopodiché con le nuove regole si procederà ad indire nuovamente altre elezioni con una base elettorale più ampia. 

Per essere designati Gran Maestro al momento è necessario essere cavalieri professi (osservando castità, povertà e obbedienza) e avere sangue blu da ambo i rami genealogici da almeno quattro secoli. Una caratteristica che ovviamente restringe molto il bacino elettorale, spesso per via dell'età avanzata dei cavalieri. Da qui la necessità di introdurre altri criteri puntando molto sulla spiritualità. 

Dopo la morte di fra Giacomo dalla Torre ai vertici è subentrato temporaneamente un Luogotenente, un nobile ottuagenario portoghese che, a causa del Covid, ha seguito dal Portogallo come meglio poteva tutte le fasi della riforma. In questa situazione di eccezionalità il blocco tedesco avrebbe dimostrato un piglio decisionista e la volontà di voler continuare a dirigere i giochi fino a quando non è stato stoppato.

Il nome di Boeselager in passato è stato al centro delle cronache. Quattro anni fa l'allora Gran Maestro, Matthew Festing – persona integerrima ma debole nel governo – fu costretto dal Papa a farsi da parte solo perché aveva messo Boeselager con le spalle al muro per una imbarazzante vicenda legata alla distribuzione di profilattici e pillole abortive nelle zone di guerra gestite dal Malteser – il braccio umanitario dell'Ordine di Malta – contravvenendo al Magistero. Fu aperta una inchiesta interna.

L'allora prefetto della Congregazione della Fede, il cardinale Muller scrisse che le «iniziative promosse dal Malteser International contrastavano con la dottrina della Chiesa circa la contraccezione che costituisce un atto intrinsecamente non onesto. Per quanto riguarda la distribuzione di tali mezzi a persone non sposate occorre ribadire che una simile iniziativa pur potendo diminuire il pericolo di trasmissione dell'infezione dell'aids all'interno di un comportamento sbagliato non è permessa alle istituzioni cattoliche al fine di evitare lo scandalo presso i fedeli e l'impressione che si approvino comportamenti contrari alla dottrina della Chiesa». Festing chiese così a Boeselager di dimettersi ma a farne le spese fu il Gran Maestro. Quasi un intrigo di corte che negli anni ha scavato fossati. La guerra dentro l'Ordine continua senza esclusione di colpi.

 

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