La Chiesa cattolica è arrivata «a un punto morto». È la considerazione choc alla quale è arrivato il cardinale tedesco Reinhard Marx che ha offerto le sue dimissioni al Papa da arcivescovo di Monaco. «Il cuore della questione è assumere una corresponsabilità per la catastrofe degli abusi sessuali commessi da responsabili della chiesa nei decenni passati», spiega lo stesso cardinale che, d'accordo con lo stesso Pontefice, ha diffuso la lettera di dimissioni e una sua nota che spiega le decisioni dell'inatteso gesto. Un vero e proprio terremoto per la Chiesa tedesca. Ma non solo.
JUST IN - Archbishop of Munich and Freising, Cardinal Reinhard Marx, has offered his resignation to Pope Francis. "The Catholic Church had reached a dead end," he said. pic.twitter.com/b6rDgfaDOJ
— Disclose.tv 🚨 (@disclosetv) June 4, 2021
LA LETTERA - Marx fa presente che ci sono responsabilità ampie che qualcuno deve assumersi nella Chiesa, senza voltare la testa dall'altra parte se non si hanno implicazioni dirette.
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LA CHIESA TEDESCA - Affermazioni chiare, niente giri di parole, per il cardinale che non solo è uno dei maggiori esponenti della Chiesa tedesca (è stato fino allo scorso anno il presidente della Conferenza episcopale) ma anche uno dei più stretti collaboratori di Papa Francesco. Reinhard Marx è infatti dal 2013 membro del Consiglio dei Cardinali che aiutano il Pontefice nella riforma della Curia; dal 2014 è anche coordinatore del Consiglio per l'Economia. E ora la scelta, se accettare o meno le sue dimissioni, spetta solo a Papa Francesco, che ha chiesto al cardinale di restare fino a quando non sarà assunta una decisione. La decisione di Marx arriva in un momento di rapporti non facili tra la Chiesa tedesca e il Vaticano, con la prima che spinge verso frontiere per le quali la Chiesa universale non appare pronta, dalla questione dell'ordinazione delle donne alla maggiore inclusione degli omosessuali.
LA DISOBBEDIENZA - Sempre in Germania a metà maggio, con un gesto di plateale "disobbedienza" a Roma, decine di parroci decisero di benedire le coppie gay, dopo il 'responsum' contrario della Congregazione per la Dottrina della Fede. E poi c'è quel Sinodo locale che ha continuato a pungolare su aperture lette dall'altro fronte della Chiesa, quello dei tradizionalisti, come una volontà di 'scismà. Ma in realtà il cardinale fa sapere di aver maturato questa decisione da mesi. «Questo passo non è facile per me - ammette pubblicamente -. Mi piace essere prete e vescovo e spero di poter continuare a lavorare anche in futuro per la Chiesa. Il mio servizio per questa Chiesa e per le persone non termina qui. Tuttavia, per il bene di un nuovo e necessario inizio voglio assumermi la corresponsabilità per il passato. Credo che il 'punto mortò, in cui ci troviamo attualmente, possa diventare un 'punto di svoltà».
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