Vescovo di Ozieri «rattristato»: da 9 mesi aspettavo di consegnare tutti i documenti al Vaticano

Vescovo di Ozieri «rattristato»: da 9 mesi aspettavo di consegnare tutti i documenti al Vaticano
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Giugno 2021, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 18:05

Città del Vaticano - «La corretta organizzazione amministrativa e la puntuale tenuta della contabilità diocesana costituiscono garanzia di gestione regolare e trasparente nel contesto delle attività spirituali e solidali della Diocesi di Ozieri, che si avvale della collaborazione di qualificati enti morali per il raggiungimento degli scopi di carità, sostegno agli ultimi e solidarietà». In relazione alle operazioni di acquisizione documentale eseguite ieri dalla Gendarmeria del Vaticano per l'inchiesta che vede coinvolto il cardinale Angelo Becciu con l'accusa di peculato per avere dirottato fondi della Chiesa alla cooperativa del fratello per il tramite della Caritas locale, il vescovo Corrado Melis in una nota si dice molto «rattristato».

«Rattrista perchè si poteva procedere a immediate acquisizioni documentali cui, anche in ragione della provenienza della richiesta da Organo superiore della Santa Sede e della disponibilità offerta sin dal 24 settembre 2020, la Diocesi avrebbe puntualmente e immediatamente dato seguito già nove mesi addietro, sia stata scelta una strada inutilmente dolorosa, peraltro pubblicamente divulgata nonostante gli atti di indagine svolti fossero coperti da inviolabile segreto investigativo» si legge.

 Il Vescovo Melis «manifesta il più profondo rispetto verso le autorità confidando che una vicenda così dolorosa si concluda al più presto con l'accertamento della correttezza di tutti i soggetti coinvolti».

Anche il legale del cardinale ha spiegato che «ogni verifica documentale, a qualunque latitudine, attesa da tempo, non potrà che ulteriormente confermare l’assoluta correttezza delle condotte di sua eminenza Becciu, della Diocesi di Ozieri e della cooperativa sociale Spes, il cui operato è immune da censure di ogni ordine e grado e perfettamente rispondente a prerogative e finalità istituzionali».

La notizia della perquisizione nella diocesi di Ozieri, in Sardegna, è avvenuta proprio mentre il Vaticano diffondeva il resoconto del rapporto di Moneyval, stilato dagli esperti dopo l'espulsione della Santa Sede dal Gafi (Gruppo di azione finanziaria) per le perquisizioni avvenute negli uffici dell'Authority Finanziaria Vaticana due anni fa. Il rapporto - diffuso in sintesi - da una parte prende atto dei progressi fatti dal Vaticano nell'adeguamento della legislazione finanziaria europea, dall'altra, soprattutto nella parte finale, nella versione integrale rintracciabile sul sito di Moneyval, si affronta in modo approfondito anche il tema legato alla giustizia della Santa Sede. Un aspetto non secondario per i requisiti richiesti dall'organismo europeo.

Gli esperti scrivono che finora «i risultati in Tribunale sono modesti: due condanne per autoriciclaggio - una nel 2018 e una nel 2019. Entrambi questi casi erano coerenti con un rischio di riciclaggio identificato: l'uso dei conti delle istituzioni autorizzate per riciclare i proventi di reati fiscali esteri o altri reati di frode, da parte dell'imputato per sé stesso o per un membro della famiglia». Gli esperti di Moneyvals ritengono poi che le autorità vaticane «dovrebbero assumere un maggior numero di procuratori con esperienza pratica nel perseguire i reati finanziari in altre giurisdizioni e garantire che tutti i nuovi procuratori lavorino esclusivamente per la Santa Sede». Il riferimento è al doppio lavoro italiano e vaticano che svolgono alcuni magistrati.

«Inoltre occorre rafforzare le competenze degli investigatori finanziari nell'unità ECO-FIN e considerare la necessità di ulteriori esperti contabili interni o altre competenze tecniche pertinenti per le analisi finanziarie complesse» si legge ancora.

Infine chiedono miglioramenti anche sulle procedure operative «che tutti i pubblici ministeri devono seguire per facilitare le indagini e le azioni penali relative al riciclaggio e ai reati finanziari gravi, stabilendo obiettivi per l'esame iniziale dei nuovi casi di riciclaggio e di reati finanziari gravi, e obiettivi per portare tali casi all'incriminazione; stabilire una procedura completa per presentare una petizione al Santo Padre quando si richiede il consenso a perseguire un'azione penale contro cardinali e vescovi; infine l'ufficio del promotore di giustizia dovrebbe monitorare i progressi rispetto a questi obiettivi».

E ancora. «Non solo le autorità dovrebbero includere indicatori di rendimento nelle relazioni annuali dell'ufficio promotore di giustizia e riferire in merito a tutti i procedimenti giudiziari gravi, compresi i casi di riciclaggio e altri reati finanziari».

Infine: «Le autorità dovrebbero fare un uso appropriato, per quanto possibile, delle nuove disposizioni di confisca senza condanna basate sul sospetto, quando non è possibile intraprendere un procedimento penale contro persone che sembrano essersi arricchite grazie alle loro posizioni nello stato del vaticano».

© RIPRODUZIONE RISERVATA