Città del Vaticano – Un addio solenne, simbolico, sfaccettato e persino complesso visto che con la morte del cardinale Angelo Sodano, potentissimo ex Segretario di Stato ai tempi di Papa Wojtyla, viene di fatto archiviata definitivamente l'idea di un Vaticano più ancorato all'Europa che non al resto del mondo, un bastione visibile e ben riconosciuto durante gli anni della guerra fredda, fino alla batosta degli anni Duemila. Sodano non riuscì a far inserire una menzione alle radici cristiane nella costituzione europea. E' stata quella la sua ultima grande battaglia quando ancora era al potere, poi il Segretario di Stato si è ritirato con la consegna del silenzio, lasciando spazio ad altre stagioni della Chiesa.
Stamattina nella basilica di San Pietro alle sue esequie erano i presenti decine di cardinali, ambasciatori, prelati.
Papa Francesco durante il lungo rito funebre è sempre rimasto seduto sulla sedia a rotelle guidando il rito dell'Ultima Commendatio e della Valedictio. A presiedere le esequie e' stato, invece, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che ha voluto ricordare dell'amico piemontese - con il quale ha gestito i dossier più scottanti della Chiesa degli ultimi trent'anni - «l'alto senso del dovere, le sue doti di intelletto e di cuore, la sua sensibilita' per le finalita' pastorali dell'azione della Chiesa nel mondo, la sua saggezza nel valutare avvenimenti e situazioni e la sua disponibilita' ad aiutare, cercando in ogni caso adeguate soluzioni».
Nella azione di governo ai tempi di Sodano hanno sempre prevalso la via istituzionale, le regole, la realpolik più che l'approccio pastorale, convinto che quello fosse il modo più efficace di difendere gli interessi della Santa Sede. Ed è in questa ottica che Sodano ha persino liquidato la grande ferita degli abusi e le copiose denunce che dagli anni Novanta arrivavano dagli Stati Uniti, travolgendo Roma, con la frase cinica: «è solo chiacchiericcio». Poche parole che ben riflettono lo specchio di quei tempi dove prevaleva una visione negazionista per proteggere meglio la Santa Sede. Per Sodano rappresentava il male minore, lo scotto da pagare per non indebolire la Chiesa perennemente sotto attacco di correnti culturali ostili: il laicismo, il secolarismo, l'ateismo marxista.
Angelo Sodano, ha sottolineato il cardinale Re, «ha fermamente creduto in Cristo e l'ha seguito fedelmente, servendolo con amore e dedizione alla Chiesa e al suo Vicario». Ripercorrendo il percorso diplomatico del cardinale, al funerale è stato ricordato naturalmente anche il ruolo di Segretario di Stato iniziato nel 1988, e svolto «con competenza e dedizione a favore della pace» in momenti di particolare complessita' dalla «fine della guerra fredda, al conflitto del Golfo Persico, alla guerra in Iraq, ai conflitti dei Balcani, al tragico 11 settembre del 2001 a New York e alla successiva crescita del terrorismo nel mondo».
Con l'elezione di papa Ratzinger iniziarono però ad affiorare aspetti fino a quel momento tenuti nascosti e relativi alla gestione dei casi di pedofilia. Sodano ebbe diversi scontri con Benedetto XVI per non modificare la rotta. Il caso più eclatante riguarda Maciel Marcial Degollado, fondatore dei Legionari di Cristo, seguito dal sistema cileno che ruotava attorno ad un altro criminale seriale, padre Karadima, ma anche alla copertura da fornire al cardinale di Vienna Groer e a quello di Boston, Bernard Law.
In questi anni - fedele allo spirito con il quale concepiva il suo servizio alla Santa Sede - è rimasto silenzioso. Nessuna intervista, nessun intervento polemico, nessuna presa di posizione a sua difesa, nessuna autocritica. Sodano temeva di indebolire ulteriormente un sistema che avrebbe voluto preservare forse per mantenere - nella sua visione - una incisività maggiore della Chiesa.
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