Abusi, Bolivia e Vaticano ai ferri corti: annunciati controlli sui missionari. Tutto è nato dopo il caso di un gesuita pedofilo

Abusi, Vaticano e Bolivia ai ferri corti: il governo farà controlli ai preti missionari in entrata
di Franca Giansoldati
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Martedì 23 Maggio 2023, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 10:38

Città del Vaticano – Scossa per il caso di un gesuita pedofilo che per anni ha agito indisturbato sui bambini, la Bolivia vuole adottare misure drastiche per rendere imprescrittibili questi reati, istituire una commissione nazionale di indagine e, soprattutto, portare avanti la grande questione dei risarcimenti alle vittime. 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la divulgazione del diario personale di un gesuita spagnolo morto nel 2009 che descriveva nel dettaglio gli orrendi abusi commessi su decine di bambini nelle scuole boliviane mentre era missionario. Padre Alfonso Pedrajas, questo il suo nome, raccontava anche quali fossero i sistemi di copertura da parte dei suoi superiori per non fare scoppiare scandali. Le pagine raccapriccianti pubblicate da El Pais alcuni giorni fa hanno aperto una voragine in Bolivia.

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Nel frattempo sono state aperte decine di indagini da parte delle autorità boliviane e arrestato un parroco nella città di Tarjia. La questione è finita poi dritta in Vaticano con una irrituale, durissima lettera da parte del Presidente della Bolivia, Luis Arce, a Papa Francesco «per metterlo al corrente» dei reati commessi dai membri della Chiesa cattolica. Da ora in poi tutti i preti stranieri che entrano verranno passati a setaccio. «Lo Stato boliviano si riserva il diritto di ammettere l'ingresso nel territorio nazionale di nuovi sacerdoti e religiosi stranieri che abbiano una storia di abusi sessuali nei confronti di minori, fino a quando non saranno rivisti gli accordi e le convenzioni in vigore e non sarà conclusa la negoziazione dell'Accordo tra lo Stato Plurinazionale della Bolivia e la Santa Sede, che dovrebbe includere anche misure per evitare il ripetersi degli eventi che motivano questa nota».

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Il quadro che è stato descritto dal presidente boliviano fa riferimento ad una prassi tristemente diffusa nella Chiesa fino a qualche tempo fa, specialmente da parte di ordini religiosi di mandare all'estero i religiosi che si erano macchiati di reati. 

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«Sono costernato e indignato per i fatti che sono recentemente venuti alla luce nel nostro Stato plurinazionale. Come capirà, fratello Francesco questa situazione ha provocato profondo dolore, ripudio e frustrazione tra la popolazione boliviana, sentimenti che condivido come Presidente del mio Paese. Non si tratta di errori o di deviazioni di condotta; sono crimini che danneggiano i bambini per tutta la vita e danneggiano anche la Chiesa. Proprio per questo motivo, dobbiamo passare da questi pronunciamenti ad azioni concrete, affinché ci sia giustizia e questi gravissimi crimini non vengano commessi di nuovo, usando la fede e la Chiesa per cercare l'impunità».

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Papa Francesco nel frattempo è corso ai ripari per limitare i danni ed eventuali misure restrittive da parte dello Stato boliviano nei confronti dell'Ordine dei Gesuiti. Nei giorni scorsi Bergoglio ha inviato a La Paz il l sacerdote spagnolo Jordi Bertomeu, un veterano nella lotta contro gli abusi, funzionario della Congregazione della Dottrina della Fede. Già in passato ha partecipato a numerose missioni in America Latina (si era occupato a suo tempo dell'inchiesta sugli abusi di padre Maciel nei Legionari di Cristo e in Cile del brutto caso di padre Karadima che ha portato alla destituzione di quasi tutta la dirigenza episcopale). Bartolomeu resterà in Bolivia per diversi giorni a fare indagini. 

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La Procura boliviana ha avviato un'inchiesta anche sul caso Pedrajas e il presidente Luis Arce ha presentato quindici giorni fa un progetto di legge per rendere imprescrittibili i reati di pedofilia e creare una commissione nazionale per la verità che indaghi su questi casi e risarcisca le vittime. Non solo. Il governo sta studiando meccanismi di controllo per verificare il background di tutti i preti, i missionari, i vescovi che entrano nel Paese latinoamericano. 

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