Rappresentante Usa mette in guardia il Vaticano: «La libertà religiosa dei cattolici in Cina è a rischio»

Gli Usa mettono in guardia il Vaticano: «La libertà religiosa dei cattolici in Cina è a rischio»
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Gennaio 2023, 19:27 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 15:22

«Non credo che Papa Francesco sia cieco davanti a quello che sta accadendo in Cina, piuttosto penso che non sia informato pienamente». Nury Turkel, avvocato americano di origine uigura, attuale presidente della Commissione statunitense per la libertà religiosa, non nasconde «disappunto» per l'apertura di credito che il Vaticano continua a garantire a Pechino nonostante le notizie sconfortanti che arrivano da molte zone interne, dove i cattolici che rifiutano di sottoscrivere le regole previste dalla Associazione Patriottica (la Chiesa controllata dal partito comunista) vanno incontro a pesanti guai con la giustizia. Minacce, controlli asfissianti, pressioni e, in alcuni casi, la limitazione della propria libertà, fino alla prigione. Non è la persecuzione pesantissima dei campi di detenzione degli Uiguri, la minoranza musulmana cinese, tuttavia la situazione sulla mancanza  di libertà religiosa è ritenuta allarmante anche da diversi cardinali, missionari e vescovi. 

La tela diplomatica di Bergoglio: faccia a faccia con il ribelle Zen, il cardinale che lotta per difendere i diritti umani in Cina

Stamattina Turkel ha avuto un lungo colloquio in Vaticano con il ministro degli Esteri di Papa Francesco, monsignor Paul Gallagher per parlare degli effetti negativi dell'intesa diplomatica siglata con il governo di Pechino quattro anni fa, con l'obiettivo di normalizzare le nomine dei vescovi. Cosa che è parzialmente avvenuta anche se il governo di Pechino in questo modo, suggerisce Turkel, cerca di «sinizzare la religione» in modo strisciante, orientando la scelta su vescovi quasi appiattiti sul partito comunista. «Il problema di quell'accordo resta la sua segretezza.

Il governo di Pechino non vuole che venga reso noto». La linea di azione del governo cinese è di esercitare una costante pressione sui leader religiosi, di orientare attraverso le nomine la diffusione della dottrina comunista. «Peccato che la religione sia un'altra cosa e si basi sulla Parola, sulla Bibbia, sui libri sacri e non sulle direttive di partito». 

Messaggi a distanza tra il Papa e la Cina, sul dossier cinese pesa il caso del cardinale Zen

Nella lunga conversazione in Vaticano con monsignor Gallagher non è stata toccata la grande questione di Taiwan: per la Santa Sede un nodo diplomatico che si trascina irrisolto da anni: l'isola considerata ribelle da Pechino ha con la Santa Sede pieni rapporti diplomatici dal 1949, quando l'arrivo di Mao Tse Tung al potere portò alla cacciata dell'allora nunzio apostolico Riberi che fu costretto a riparare a Formosa. I cinesi da tempo esercitano pressioni sul Vaticano affinché riveda gli accordi diplomatici con Taiwan, spostando la nunziatura da Taipei a Pechino, anche se questa ipotesi al momento non sembra essere all'orizzonte. «Di questo argomento non ne abbiamo parlato, è mancato il tempo. Ci siamo concentrati solo sui temi relativi alla libertà religiosa». 

«Il governo di Pechino sempre più oppressivo con la Chiesa»: la denuncia dei vescovi tedeschi mentre il Vaticano tace

Nury ad un gruppo di giornalisti invitati all'Ambasciata degli Usa ha poi raccontato la sua storia. Lui stesso è nato in un campo di rieducazione durante la Rivoluzione culturale cinese: sua madre venne imprigionata quando era incinta mentre il padre era detenuto in un altro campo di lavoro agricolo. «Ho perso mio padre ad aprile di quest'anno e non ho nemmeno potuto piangerlo». 

Cardinale Zen minaccia sit-in a Santa Marta, basta strapotere, tornino le messe libere a san Pietro

Noury ha anche definito un «uomo di pace e coraggioso» il cardinale emerito di Honk Kong, Zen Ze Kiung, condannato di recente da un tribunale per avere aiutato i manifestanti durante le proteste contro l'introduzione della legge sulla sicurezza nell'ex protettorato britannico. «Il caso di Zen per me resta emblematico». A suo parere non c'è comunque alcun segnale che il Vaticano voglia cancellare l'accordo con la Cina. 

Mike Pompeo ringrazia il Papa per aver difeso gli Uighuri e scatena l'ira della Cina

© RIPRODUZIONE RISERVATA