Papa Francesco: il ritorno a Santa Marta e il dilemma di come gestire l'immagine di pontefice più fragile in salute

Papa Francesco: il ritorno a Santa Marta e il dilemma di come gestire l'immagine di pontefice più fragile in salute
di Franca Giansoldati
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Sabato 1 Aprile 2023, 13:30

CITTÀ DEL VATICANO I medici chiaramente non erano d'accordo ma alla fine il Papa (che ha sempre l'ultima parola) ha disposto senza troppe cerimonie di far ritorno a casa sua, giusto in tempo per non mancare alle celebrazioni della Settimana Santa, con buona pace di coloro che in Curia immaginavano un precipitarsi delle cose. L'ottantaseienne Pontefice, reduce da una brutta bronchite su base infettiva e ancora sotto terapia antibiotica, ha però promesso ai primari dell'ospedale Gemelli di riguardarsi di più, di ridurre, almeno per il periodo di convalescenza, il carico di lavoro e, ove possibile, di prorogare gli appuntamenti rimandabili. Ma per lunedì 3 aprile ha già confermato l'incontro con Borjana Krito, la presidente del consiglio dei ministri di Bosnia ed Erzegovina che vedrà la mattina nella biblioteca del Palazzo apostolico, confermando così il suo ritorno alla normale agenda di lavoro. Proprio come aveva anticipato al Messaggero il decano del collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re il quale aveva assicurato che già per la messa delle Palme sarebbe stato presente sul sagrato di San Pietro, limitandosi a presiedere, e non a celebrare, il rito che evoca l'ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme.

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LE CONDIZIONI


Dal mastodontico apparato mediatico vaticano ieri sono state diffuse a tambur battente le prime (strategiche) fotografie che certificano la buona tenuta fisica del Pontefice. Un tentativo nemmeno troppo velato per smorzare quel clima di incertezza e disorientamento che da qualche tempo aleggia in Vaticano e ha inevitabilmente avviato confronti informali tra diversi episcopati sul futuro della Chiesa. Certamente nessuno ha mai pronunciato la parola "conclave" (che è tabù) ma il tema è talmente evidente da sembrare ormai un elefante in una stanza: impossibile da ignorare.

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SALUTE


Nel mini filmato distribuito ieri pomeriggio si vede il Papa che aiutandosi con il carrello, in corsia, si intrattiene sorridendo con alcuni pazienti prima di impartire in corsia il sacramento del battesimo a Miguel Angel, un minuscolo neonato al quale Bergoglio ha fatto scivolare sul visetto alcune gocce d'acqua contenute in una vaschetta operatoria, sussurrandogli le frasi di iniziazione: «Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». La mamma accanto alla culla osservava tra l'emozionato e l'incuriosito, intenerita dai gesti. «Quando vai in parrocchia dì al parroco che è già cristiano e l'ho battezzato io». Successivamente, nel reparto di oncologia pediatrica, invece, il Papa ha regalato ai bimbi uova di cioccolato e libri. Per attestare ulteriormente la veloce ripresa fisica, il portavoce Matteo Bruni ha informato che ieri il paziente numero uno del Gemelli ha persino voluto mangiare la pizza, tra i cibi che più preferisce. Una sorta di comfort food che il Papa spesso evoca con nostalgia quando ricorda i giorni in cui da cardinale veniva a Roma e poteva camminare liberamente per le strade e fermarsi a mangiare con gli amici in pizzeria.
Ieri, ancora una volta, i medici del Gemelli non hanno firmato nessun bollettino medico.

Le uniche informazioni sulle condizioni di salute del Pontefice sono state gestite solo dal Vaticano. «Le prove e le fatiche della vita - vissute nella fede - contribuiscono a purificare il cuore, a renderlo più umile e quindi più disponibile ad aprirsi a Dio» ha sottolineato Francesco in un nuovo tweet.


SFIDE 


Tornare alla normalità, però non sarà una strada in discesa, specie se il Papa non si atterrà alle raccomandazioni mediche ricevute: quella di non fare sforzi, di non prendere freddo e di non stressarsi troppo. Papa Francesco, da oggi in poi, dovrà fare i conti con un bivio legato all'incedere dell'età. Sostanzialmente dovrà decidere se modificare l'immagine di super-Papa che ha costruito in questi dieci anni e che finora ha proiettato all'esterno per lasciare posto a una leadership differente, maggiormente concentrato sull'aspetto carismatico, elemento forse necessario per tenere assieme una Chiesa sempre più lacerata da spinte secessioniste. Da risolvere ci sono diverse grane, ma forse la più pericolosa resta l'ostinata corsa della Germania ad adottare modelli pastorali non ancora sdoganati dalla teologia, e al momento praticamente fuorilegge, come la benedizione delle coppie gay o il ministero sacerdotale alle donne.

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