Papa Francesco festeggia il 1 novembre e ricorda che i Santi non sono personaggi inamidati ma «operatori di pace»

Bergoglio all'Angelus del primo novembre si è rivolto ai fedeli in piazza

Papa Francesco festeggia il 1 novembre e ricorda che i Santi non sono personaggi inamidati ma «operatori di pace»
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Martedì 1 Novembre 2022, 12:31

Città del Vaticano - Papa Francesco festeggia Ognissanti e tiene ai fedeli una piccola lezione su chi sono i santi e sul ruolo che hanno svolto nella loro vita, e poi ricorda al mondo che la pace quando c'è un conflitto - come quello in Ucraina - non arriverà mai con l'uso delle armi. Prima occorre disarmare i cuori. All'Angelus del primo novembre, rivolgendosi ai fedeli in piazza, Bergoglio sgombra subito il campo da un equivoco. E' sbagliato pensare di celebrare i Santi come coloro che «in vita sono stati perfetti, sempre lineari, precisi, “inamidati”. Il Vangelo di oggi smentisce questa visione stereotipata, questa santità da immaginetta». 

Francesco spiega che una delle prime caratteristiche dei santi è l'attitudine a creare ambienti di pace. Tanto che Gesù «non chiama beati quelli che stanno in pace, ma quelli che fanno la pace, i costruttori, gli operatori di pace. Infatti, la pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza. Noi vorremmo che la pace piovesse dall’alto, invece arrivi con la forza e la potenza: per Gesù è il contrario.

La sua vita e quella dei santi ci dicono che il seme della pace, per crescere e dare frutto, deve prima morire».

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Come si fa allora a diventare operatori di pace? Chiede ai fedeli il pontefice. Prima di tutto occorre disarmare il cuore. «Sì perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi e parole taglienti, e pensiamo di difenderci con i fili spinati della lamentela e con i muri di cemento dell’indifferenza. Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore. Come? Aprendoci a Gesù, che è  la nostra pace (...) Fratelli e sorelle, guardiamoci dentro e chiediamoci: siamo costruttori di pace? Lì dove viviamo, studiamo e lavoriamo, portiamo tensione, parole che feriscono, chiacchiere che avvelenano, polemiche? Oppure apriamo la via della pace: perdoniamo chi ci ha offeso, ci prendiamo cura di chi si trova ai margini, risaniamo qualche ingiustizia aiutando chi ha di meno? Questo è costruire la pace».

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