Turchia, Erdogan invita il Papa a Istanbul alla cerimonia di conversione a moschea di Santa Sofia

Turchia, Erdogan invita il Papa a Istanbul alla cerimonia di conversione a moschea di Santa Sofia
di Franca Giansoldati
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Martedì 21 Luglio 2020, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 18:12

Città del Vaticano - In Vaticano nessuno vuole commentare una singolare notizia che arriva dalla Turchia. Il presidente turco Erdogan ha invitato Papa Francesco alla cerimonia di riapertura del complesso di Santa Sofia a Istanbul come moschea. Una riconversione ufficiale prevista per il 24 luglio che avverrà con la preghiera del venerdì, la prima dai tempi di Ataturk, il fondatore della Turchia moderna che decise di fare diventare l'ex basilica bizantina un museo. A confermare l'invito al Papa è stato Ibrahim Kalin, portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan, all'emittente televisiva Cnn Turk.

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Domenica 12 luglio, dopo diversi giorni di silenzio rispetto alle durissime prese di posizione dei patriarchi ortodossi, il pontefice ha rotto il silenzio dicendosi «addolorato» per la decisione del governo turco di riconvertire Santa Sofia da museo a moschea. Affacciandosi dalla finestr del suo studio si era lasciato andare ad una amara riflessione spontanea, aggiunte lì per lì rispetto al testo che era stato preparato: «Penso a Istanbul, a Santa Sofia, e sono molto addolorato».

In un discorso alla nazione, Erdogan aveva spiegato che la tassa di ingresso che era in vigore per visitare il museo non ci sarà più anche se la moschea di Santa Sofia restera' aperta a turisti stranieri e locali, escludendo le visite nei giorni di precetto islamico e l'obbligo per le donne di avere il velo.

La decisione del presidente è arrivata dopo che il Consiglio di stato turco ha annullato lo status museale del complesso. Erdogan ha anche spiegato che «la rinascita di Santa Sofia come moschea inaugura la fase di liberazione della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme. Questa decisione segue il sentiero della lotta per portare i musulmani fuori dall'interregno».

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