Ratzinger, I fedelissimi pronti a rompere il silenzio Nella curia si teme una nuova guerra

Ratzinger, I fedelissimi pronti a rompere il silenzio Nella curia si teme una nuova guerra
di Franca Giansoldati
3 Minuti di Lettura
Lunedì 2 Gennaio 2023, 08:34

Non è escluso che la morte di Benedetto XVI spinga tanti stretti collaboratori del Papa Emerito a uscire dalla auto-imposta e disciplinata condizione di silenzio (finora rispettata) per togliersi qualche sassolino dalle scarpe e raccontare dietro le quinte cosa si è mosso in questi anni per indebolire se non distruggere l'eredità teologica di Ratzinger. A dare il via a questa operazione verità e aprire un filone potrebbe essere il suo segretario personale, monsignor Georg Gaenswein, dopo che ha annunciato che pubblicherà a breve le sue memorie, in cui affronterà le accuse calunniose che durante il pontificato ratzingeriano sono state alimentate per demolire Benedetto XVI.
Gaenswein ha accompagnato il Papa Emerito dai tempi della Congregazione della Fede fino agli ultimi giorni della sua vita. Poche ore prima della sua morte era lui che faceva filtrare all'esterno che l'anziano teologo stava morendo «lentamente e serenamente». Il libro di memorie - intitolato Nient'altro che la verità, sottotitolo: la mia vita al fianco di Benedetto XVI - si annuncia esplosivo e c'è già chi, in curia, si chiede se don Georg sarà tentato a fare nomi e cognomi svelando coloro che durante la fase di Vatileaks remarono contro, fino a creare in Vaticano un ambiente irrespirabile e velenoso. Corvi, delazioni, tradimenti.


INDAGINI


A pubblicarlo è la casa editrice Piemme di Mondadori. In quelle pagine vi sarebbero gli aspetti «incompresi» del periodo del pontificato di Ratzinger con la volontà di ripristinare la «vera verità sulle miserabili calunnie e sulle oscure manovre che hanno cercato invano di gettare ombre sul magistero e sulle azioni del pontefice tedesco». Ben poche le indiscrezioni che circolano. La casa editrice ha confermato che le pagine «contengono una testimonianza personale della grandezza di un uomo pacato, un fine studioso, un cardinale e un papa che ha fatto la storia del nostro tempo. Ma sono anche una narrazione in prima persona che cerca di far luce su alcuni aspetti incompresi del suo pontificato e di descrivere dall'interno il vero mondo vaticano».
Chissà se verrà finalmente sciolto il mistero di come fu originata quella singolare diffusione di documenti privati sottratti dal tavolo privato di Benedetto XVI da un maggiordomo infedele, Paolo Gabriele, poi condannato da un tribunale vaticano e graziato dal Pontefice emerito, la cui bontà gli ha permesso di mantenere un posto di lavoro in una struttura para-vaticana e di vivere in un appartamento dell'Apsa.


IL GIALLO


Nel frattempo Gabriele è morto di cancro, probabilmente anche dal dolore, senza mai avere rivelato chi fosse a istigarlo e spingerlo a diffondere le carte private di Ratzinger, sotto gli occhi del segretario personale Gaenswein che non si sarebbe mai accorto di nulla.

Si era parlato, sulla stampa tedesca, di un corto circuito nato all'interno della cerchia ratzingeriana tra i fedelissimi gelosi l'un dell'altro, ma ovviamente erano tutte speculazioni e malignità. Non è escluso che don Georg possa ritornare su quel capitolo e affrontarlo con elementi nuovi.

«Sotto Hitler c'era lo stesso dibattito», scontro mai visto tra la curia e i vescovi tedeschi per via delle riforme

© RIPRODUZIONE RISERVATA