Asse Papa-Macron per non isolare Putin e aprire canali di dialogo coinvolgendo anche Biden (ma Mosca appare scettica)

Asse Papa-Macron per non isolare Putin e aprire canali di dialogo coinvolgendo anche Biden (ma Mosca appare scettica)
di Franca Giansoldati
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Martedì 25 Ottobre 2022, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 15:14

Un'ora abbondante di colloquio a porte chiuse nel Palazzo Apostolico. Per i tempi vaticani è un particolare assai significativo, da tenere a mente per capire meglio gli eventi. In questo caso indica quanta carne al fuoco vi fosse nell'incontro tra il presidente francese Emanuel Macron e Papa Francesco. È la terza volta che si vedono, praticamente un record per un inquilino dell'Eliseo, ma stavolta c'erano effettivamente abbondanti ragioni a cominciare dalla guerra in Ucraina con tutte le sue conseguenze, le tante vittime, la distruzione, i milioni di profughi, la crisi energetica, il bisogno di trovare uno spiraglio con Mosca per avviare quel dialogo che finora è mancato nonostante tanti tentativi. Al settimanale francese Le Point, Macron ha confidato di  avere  «incoraggiato papa Francesco a telefonare a Vladimir Putin e al patriarca Kirill di Mosca, ma anche a Joe Biden: abbiamo bisogno che gli Stati Uniti si siedano attorno al tavolo per favorire il processo di pace in Ucraina. Joe Biden - ha continuato Macron - ha un vero rapporto di fiducia con il Papa. Il Papa può avere un'influenza su di lui per il reimpegno americano ad Haiti e in Ucraina».

L'INTESA
L'interesse comune tra Macron e il pontefice è cercare di non isolare il presidente Putin, mantenere viva la fiammella flebile dei contatti informali per portare Ucraina e Russia ad un cessate il fuoco, poiché solo se taceranno le armi sarà possibile procedere per gradi e strutturare un cammino negoziale che al momento appare lontanissimo. Occorre unire gli sforzi diplomatici anche se al momento c'è ben poco. Il presidente Macron e Papa Francesco provano così a far sentire una voce comune, creando una specie di asse per la pace per tentare di riaprire i canali del dialogo.
ITALIA-USA
Da Roma ieri si è fatto sentire anche il neo ministro degli Esteri, Antonio Tajani che ha avuto un colloquio telefonico con il Segretario di stato Usa, Antony Blinken. «Il ministro Tajani e il segretario di Stato - fa sapere la Farnesina - hanno convenuto circa l'importanza di continuare a lavorare insieme per assicurare pace e giustizia in Ucraina, garantendo continuo sostegno a Kiev e mantenendo un atteggiamento di massima fermezza nei confronti della Federazione Russa. Da parte di entrambi è stato confermato l'impegno a qualificare l'efficace cooperazione e lo stretto coordinamento sul piano bilaterale, in ambito Nato e G7, nonché delle relazioni Ue e Usa per promuovere la sicurezza euro-atlantica e sostenere il multilateralismo e l'ordine internazionale fondato sulle regole».
GLI ALTRI FRONTI
Il tema della pace ha fatto da filo conduttore all'intera mattinata in Vaticano.

I colloqui tra Macron e il Papa i sono spostati anche su altri scenari, tra cui la guerra tra Armenia e Azerbajan. Ultimamente si è acuito lo scontro, ci sono state esecuzioni sommarie di soldati armeni, la tensione è alle stelle e Macron si è proposto come facilitatore, in una triangolazione tra Baku, Yerevan e Mosca visto che il presidente Putin resta un interlocutore fondamentale per l'area. Allo scambio dei regali è entrata nella biblioteca anche la moglie Brigitte. Si è presentata in total black con un abito di gran classe. Si sono messi a chiacchierare, in una atmosfera non troppo ingessata dal protocollo.

La sollecitazione di Macron al Papa ha avuto una prima reazione da Mosca. Il portavoce del Cremlino, Peskov, ha risposto ai giornalisti affermando che il Cremlino non è contrario al coinvolgimento degli Stati Uniti e di Papa Francesco nella ricerca di una soluzione  per la crisi tra Mosca e Kyev, ma tutto dipende dal fatto che in UCraina vi è un quadro normativo che ostacola i negoziati con la Russia. Siamo pronti a discutere con tutti, con gli americani, con il pontefice, con il francesi. Ripeto - ha detto Peskov - la Russia è aperta a tutti i contatti. Ma dobbiamo partire dal fatto che l'Ucraina ha codificato il fallimento dei negoziati». Il riferimento di Peskov riguarda il decreto firmato tempo fa da  Zelensky - che attua la decisione del Consiglio Nazionale di Sicurezza Ucraino - sulla impossibilità di tenere colloqui con Putin.

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