Per la Chiesa la necessità pastorale di garantire un servizio sacerdotale in un territorio grande quasi quanto l'Europa (7.500.000 chilometri quadrati), in assenza di vocazioni, non è più possibile lasciarlo da parte. I missionari e i vescovi raccontano di comunità cattoliche sparse nella foresta pluviale, spesso raggiungibili solo dopo settimane di viaggio attraverso i fiumi, che hanno la possibilità di assistere alla messa solo una volta al mese, a volte due mesi. E' evidente che per l'Amazzonia si tratta di una sfida tutta particolare anche se potrebbe creare un precedente e aprire delle falle nel sistema generale.
Ma ecco alcuni punti essenziali del documento che è stato presentato stamattina.
NUOVI MINISTERI
«Promuovere vocazioni autoctone di uomini e donne in risposta ai bisogni di un’attenzione pastorale sacramentale; il loro contributo decisivo sta nell’impulso ad un’autentica evangelizzazione dal punto di vista indigeno, secondo i loro usi e costumi. Si tratta di indigeni che predicano agli indigeni con una profonda conoscenza della loro cultura e della loro lingua, capaci di comunicare il messaggio del Vangelo con la forza e l’efficacia di chi ha il loro bagaglio culturale.
CELIBATO
«Affermando che il celibato è un dono per la Chiesa, si chiede che, per le zone più remote della regione, si studi la possibilità di ordinazione sacerdotale di anziani, preferibilmente indigeni, rispettati e accettati dalla loro comunità, sebbene possano avere già una famiglia costituita e stabile, al fine di assicurare i Sacramenti che accompagnano e sostengono la vita cristiana.
DONNE
«In campo ecclesiale, la presenza delle donne nelle comunità non è sempre valorizzata. Viene chiesto il riconoscimento delle donne a partire dai loro carismi e talenti. Esse chiedono di recuperare lo spazio dato da Gesù alle donne, “dove tutti/tutte possiamo ritrovarci”. Si propone inoltre di garantire alle donne la loro leadership, nonché spazi sempre più ampi e rilevanti nel campo della formazione: teologia, catechesi, liturgia e scuole di fede e di politica. Si chiede anche che la voce delle donne sia ascoltata, che siano consultate e partecipino ai processi decisionali, e che possano così contribuire con la loro sensibilità alla sinodalità ecclesiale”.
SFRUTTAMENTO
«La regione amazzonica contiene oggi la più importante diversità di flora e fauna del mondo e la sua popolazione autoctona ha un senso integrale della vita non inquinato dal materialismo economico. L’Amazzonia è un territorio sano nella sua lunga e fruttuosa storia, anche se non sono mancate malattie. Tuttavia, con la mobilità dei popoli, con l’invasione di industrie inquinanti senza controllo, a causa delle condizioni del cambiamento climatico e di fronte ad una totale indifferenza delle autorità sanitarie pubbliche sono comparse nuove malattie e sono riapparse patologie che erano state superate. Il modello di sviluppo limitato solo allo sfruttamento economico della ricchezza forestale, mineraria e idrocarbonifera della Panamazzonia incide sulla salute dei biomi amazzonici, delle sue comunità e dell’intero pianeta! Il danno affligge non solo la salute fisica, ma anche la cultura e la spiritualità dei popoli, è un danno alla loro ‘salute integrale’. Gli abitanti dei villaggi amazzonici hanno diritto alla salute e a ‘vivere in salute’ il che presuppone un’armonia «con ciò che la ‘Madre Terra’ ci offre».
MINACCE E CRIMINI
«La vita in Amazzonia è minacciata soprattutto da: a) la criminalizzazione e l'assassinio di leader difensori del territorio; l’appropriazione e la privatizzazione di beni naturali, come l’acqua stessa; le concessioni a imprese di disboscamento legali e l’ingresso di imprese di disboscamento illegali; caccia e pesca predatorie, soprattutto nei fiumi; megaprogetti: idroelettrici, concessioni forestali, disboscamento per produrre monocolture, strade e ferrovie, progetti minerari e petroliferi; inquinamento provocato dall’intera industria estrattiva che crea problemi e malattie, in particolare ai bambini/e e ai giovani; il narcotraffico; i conseguenti problemi sociali associati a tali minacce come l’alcolismo, la violenza contro la donna, il lavoro sessuale, il traffico di esseri umani, la perdita della loro cultura originaria e della loro identità (lingua, pratiche spirituali e costumi), e l’intera condizione di povertà a cui sono condannati i popoli dell’Amazzonia».
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