Città del Vaticano – I pedofili? «Meritano una punizione. ma insieme anche una cura pastorale». Papa Francesco rompe un tabù e affronta il delicatissimo tema della cura e della riabilitazione dei preti pedofili, fermo restando naturalmente che per la Chiesa il peccato di cui si sono macchiati è abominevole.
Parlare con un religioso che ha abusato di minori «ci fa ribrezzo, non è facile.
Preti pedofili, suora terapeuta rompe tabù: devono essere seguiti dalla Chiesa e non abbandonati
Il colloquio del Papa con i gesuiti ungheresi è stato pubblicato sulla Civiltà Cattolica. «Noi oggi abbiamo compreso che la realtà dell'abuso è molto ampia: ci sono abusi sessuali, psicologici, economici, con i migranti… Tu ti riferisci agli abusi sessuali. Come avvicinarci, come parlare agli abusatori per i quali proviamo ribrezzo? Sì, anche questi sono figli di Dio. Ma come si può amarli? La tua domanda è molto forte. L'abusatore va condannato, infatti, ma come fratello. Condannarlo è da intendere come un atto di carità. C'è una logica, una forma di amare il nemico che si esprime anche così. E non è facile da capire e da vivere. L'abusatore è un nemico. Ciascuno di noi lo sente tale perché ci immedesimiamo nella sofferenza degli abusati. Quando senti che cosa l'abuso lascia nel cuore delle persone abusate, l'impressione che ne ricevi è tremenda. Anche parlare con l'abusatore ci fa ribrezzo, non è facile».
Un po' di tempo fa, sulla agenzia Fides, un teologo africano riteneva che i preti pedofili, equiparati a «pecorelle smarrite» non andassero abbandonati. Padre Donald Zagore della Società per le Missioni Africane scriveva: «La grande sfida per la Chiesa è certamente quella di tutelare le vittime ma anche quella di non abbandonare i colpevoli. Infatti la giustizia non esclude la misericordia. Come Cristo, la Chiesa ha la missione fondamentale di cercare la pecorella smarrita, aspettando con ansia il ritorno del figliol prodigo, ed essere il medico che viene per coloro che sono malati, la Chiesa dei giusti e anche dei peccatori (...) La Chiesa non dovrebbe vergognarsi dei suoi figli, la cui dignità è stata spogliata dalla forza del peccato, ma deve lavorare per assicurare che nella giustizia e nella verità continuino a sentire su di loro lo sguardo di Dio misericordioso. Dio odia il peccato, ma ama il peccatore», rileva il missionario.