Papa Francesco bacia la croce di Hilarion, Metropolita russo che abbraccia in Nunziatura (ma non si parla dell'Ucraina)

Papa Francesco con il metropolita russo Hilarion nella nunziatura a Budapest assieme al nunzio apostolico
di Franca Giansoldati
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Sabato 29 Aprile 2023, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 10:16

Il dialogo con il Patriarcato di Mosca per Papa Francesco è diventato un po' come il cubo di Rubik, cervellotico, estenuante e segnato da progressive difficoltà a trovare una soluzione all'impasse ecumenica venutasi a creare dopo l'attacco russo all'Ucraina con la benedizione del Patriarca Kirill, secondo il quale si tratta di un conflitto santo e voluto da Dio per estirpare il male nell'Occidente. Va da sè che con queste premesse il cammino ecumenico per l'unità tra le Chiese cristiane dal 24 febbraio dell'anno scorso in poi è stato congelato, fatto salvo qualche scambio dietro le quinte più per cortesia che non per sostanza.

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A complicare il quadro ci si è messa pure la disastrosa situazione dei pochi monaci ortodossi rimasti a Kiev (e legati al Patriarcato di Mosca), sotto scacco perché sospettati dal governo ucraino di intelligenza con il nemico.

Il mese scorso i monaci ortodossi del monastero di Pechersk Lavra, a Kiev, si erano rifiutati di andarsene dopo l'espulsione decretata dal governo di Zelensky. A sostenerli però era intervenuto anche il Papa durante una udienza generale, il mese scorso. Si era mosso per chiedere a Kiev di rispettare i luoghi sacri facendo riferimento a delle suore residenti a Lavra (anche se il monastero risulta essere totalmente maschile).

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Con queste premesse Bergoglio (che continua a ripetere di voler andare a Mosca a perorare la pace direttamente al presidente Putin) ha incontrato in Ungheria Hilarion Alfeev, Metropolita ortodosso di Budapest e già Presidente del Dipartimento delle relazioni esterne del patriarcato di Mosca (praticamente l'ex ministro degli esteri di Kirill). Era l'astro nascente del Patriarcato ma poi è stato rimosso dal Patriarca Kirill in circostanze non perfettamente chiarite, anche se la versione ufficiale che circola è che sia stato silurato per le sue posizioni contrarie alla guerra e non allineate al Cremlino. L'incontro tra Bergoglio e Hilarion è avvenuto in Nunziatura, è stato cordiale ed è durato 20 minuti. A riferirlo è stata la Sala Stampa vaticana senza fornire altri particolari. Dalle foto ufficiali si vede che il Pontefice ha salutato il Metropolita con un abbraccio e ha baciato la sua croce pettorale. Secondo quanto riferito, invece, dal sito del metropolita ortodosso di Budapest, Hilarion ha raccontato a Bergoglio la vita nella arcidiocesi ungherese del Patriarcato di Mosca, le sue attività sociali ed educative, i rapporti con la Chiesa cattolica e le altre confessioni cristiane. In dono ha poi consegnato a Francesco quattro volumi della monografia “Gesù Cristo. Vita e Insegnamento” tradotta in italiano. Nessun cenno ufficiale sulla guerra in corso. 

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Nell'incontro tra Papa Francesco e il Metropolita Hilarion mancava il cardinale Kurt Koch, Prefetto del Dicastero per la promozione dell'unità dei cristiani. Una assenza che si è fatta notare subito e che dimostra quanta tensione ci sia sulla questione che ruota attorno all'Ucraina. Koch in alcune occasioni, alcuni mesi fa, non ha mancato di rimarcare quanto fosse immorale la posizione assunta da Kirill sulla guerra. «È un'eresia che il patriarca osi legittimare la brutale e assurda guerra in Ucraina con ragioni pseudo-religiose» aveva sottolineato in un'intervista concessa al quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost. Parole di particolare rilevanza perché tiravano in ballo l'accusa di eresia, rimpallata per secoli tra Occidente a Oriente. 

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Chi si aspettava che durante l'incontro odierno tra il Papa e l'ex numero due del Patriarcato di Mosca affiorasse la questione del conflitto disastroso in Ucraina è andato deluso. Lo nota il sito para-vaticano Il Sismografo, solitamente bene informato, che sottolinea questa mancanza. «Non è accaduto quanto molte diplomazie occidentali temevano: prese di posizione ufficiali negli incontro di alto livello tra il Pontefice e le autorità ungheresi e con il Metropolita Ilarion sulla guerra. La preoccupazione era nata in questi mesi in occasione delle illazioni ripetute ogni giorno sull'ipotetica "mediazione" del Vaticano. Ora dopo gli incontri con il governo del Premier Orbán e con il Metropolita Ilarion, a poche ore dalla fine del viaggio, è chiaro che la questione - sicuramente in un qualche modo discussa nei colloqui dal punto di vista delle prospettive di pace - deve restare riservata per evitare operazioni mediatiche pericolose». 

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