Papa e Xi Jinping, messaggi a distanza: mentre il cardinale Parolin pensa a chiudere l'ufficio di Hong Kong

La dichiarazione alla vigilia della conferma dell'accordo per le nomine dei vescovi

Papa e Xi Jinping, messaggi a distanza: mentre il cardinale Parolin pensa a chiudere l'ufficio di Hong Kong
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 14 Settembre 2022, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 12:32

Nursultan (Kazakhstan) – Non ci sarà nessun incontro e nessun contatto diretto tra il presidente cinese Xi e Papa Francesco in terra kazaka, anche se i segnali che si mandano da lontano Cina e Vaticano - sfruttando i mass media - sono diversi. Stamattina da Pechino, è stata la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning a dire che sono state apprezzate le parole di« benevolenza e cordialità» pronunciare dal Papa in aereo mentre arrivava in Kazakhstan. Parlando con alcuni giornalisti si è detto pronto ad andare in Cina.

Alla vigilia della conferma dell'accordo per le nomine dei vescovi, firmato ad experimentum alcuni anni fa per arrivare alla normalizzazione della situazione della chiesa cinese - divisa dagli anni Cinquanta -, il cardinale Pietro Parolin, interpellato a margine del convegno delle religioni in corso nella capitale kazaka, spiega che il Vaticano se solo avesse segnali è pronto a spostare l'ufficio di Hong Kong a Pechino in cambio di concessioni da parte cinese.

Avrete in questi giorni contatti di qualche tipo con Xi visto che è atteso a Nursultan per una importante visita di Stato, la prima che effettua dopo la pandemia. Il Papa e Xi si troveranno a poca distanza l'uno dall'altro.. 

«Una coincidenza. Sappiamo bene che in queste ore il presidente è proprio qui a Nursultan.

Ma non è presente a questo congresso. In ogni caso non ci sono stati contatti prima di questa visita e nemmeno sono previsti». 

Sareste pronti a spostare l'ufficio di Hong Kong a Pechino?

«Non mi pare sia una idea nuova, noi la abbiamo sempre fatta presente. Stiamo aspettando un segnale da Pechino che però non è ancora arrivato». 

E per quanto riguarda la questione di Taiwan, dove avete una nunziatura e piene relazioni diplomatiche. Siete pronti a chiuderla o a ridimensionarne la importanza come chiede la Cina?

«Per ora tutto rimane come è».

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