Città del Vaticano – L'ormai ex arcivescovo di Parigi, Michel Aupetit silurato da Papa Francesco per un gossip circolato di una presunta love story (inesistente) con una teologa, rompe il silenzio e affida al quotidiano Le Parisien tutta la sua amarezza. Tanto per iniziare mette le cose in chiaro sul fatto che non ha mai avuto alcun legame sentimentale con la teologa belga, Laetitia Calmeyn, professoressa al Collège des Bernardins e vergine consacrata. «Nulla a che vedere con una relazione amorosa o una relazione sessuale. È un’amicizia. A livello personale, spirituale, siamo sulla stessa lunghezza d’anima. È una bella persona, molto più intelligente di me, che mi aiuta molto a riflettere. Laetitia Calmeyn è molto delicata. Trovo spregevole che venga infangata» ha affermato l'arcivescovo reduce, la scorsa settimana, di una messa celebrata a Saint Sulpice per dire addio alla diocesi più importante della Francia davanti ad una folla enorme di persone sconvolte per l'evolversi dei fatti e per la soluzione iniqua individuata dal pontefice.
Papa Francesco: «Le carezze del vescovo di Parigi alla segretaria? Non sono peccato grave»
Aupetit afferma di essere vittima di un complotto alimentato da alcune «persone»: «delle reti ce l’avevano con me e poi hanno agito.
Il prelato conferma che ha pronto una azione penale per le calunnie e per la diffamazione, poi nell'intervista spiega di non avere mai mentito a Francesco, il quale ha fatto confusione durante la conferenza stampa tornando dalla Grecia quando ha parlato di carezze e massaggi fatti da Aupetit alla sua segretaria. «Penso che abbia confuso un po’ gli elementi della storia. La mia povera segretaria non ha niente a che fare con tutto questo. Conosco bene suo marito e la sua famiglia. Ho battezzato i suoi nipotini».
Alla domanda se si aspettava che il papa accettasse le dimissioni, Aupetit ha sottolineato. «Se me lo avesse chiesto, avrei attraversato la tempesta. Ne sarei stato capace. Immagino che ha giudicato che la situazione avrebbe potuto indebolire la Diocesi». All'origine del complotto potrebbero esserci state decisioni impopolari prese da Aupetit, come la «sostituzione del Direttore del Lycée Saint-Jean di Passy, o della chiusura del Centro pastorale Saint-Merry, ho sempre agito di concerto con i miei Consigli diocesani. Ma sono io, come vescovo, che devo assumermi la responsabilità, anche a costo di sopportare risentimento».
Cosa farà adesso? «Non ho un’idea concreta. Continuerò a servire Cristo e i miei fratelli. Sono libero. Tra due settimane andrò a fare una gita in montagna con l’Associazione per l’Amicizia, che mette in contatto giovani professionisti e gente di strada. A quella associazione dovevo trovare una sede, alla fine sono loro che accolgono me».
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