L’Accordo Provvisorio siglato con le autorità cinesi, pur limitandosi ad alcuni aspetti, pur essendo «perfettibile», può contribuire – per la sua parte – a scrivere «una pagina nuova della Chiesa in Cina. Esso, per la prima volta, introduce elementi stabili di collaborazione tra le Autorità dello Stato e la Sede Apostolica, con la speranza di assicurare alla comunità cattolica buoni Pastori».
Papa Francesco affronta anche la dolorosa pagina dei cattolici cinesi che sono stati perseguitati per decenni dal governo comunista e ora si sentono traditi e abbandonati. Una intesa del genere a loro parere potrebbe metterli in ulteriore difficoltà in futuro. A loro va il riconoscimento della lealtà al Papa e a Roma anche se Francesco chiede di essere forti per superare questo momento e andare avanti.
«Da parte mia – scrive Francesco - ho sempre guardato alla Cina come a una terra ricca di grandi opportunità e al Popolo cinese come artefice e custode di un inestimabile patrimonio di cultura e di saggezza, che si è raffinato resistendo alle avversità e integrando le diversità, e che, non a caso, fin dai tempi antichi è entrato in contatto con il messaggio cristiano. Come diceva con grande acume il padre Matteo Ricci, sfidandoci alla virtù della fiducia, prima di contrarre amicizia, bisogna osservare, dopo averla contratta, bisogna fidarsi».
La pagina che la Chiesa sta scrivendo costituisce un cambiamento nella storia. «La Comunità cattolica in Cina è chiamata ad essere unita, per superare le divisioni del passato che tante sofferenze hanno causato e causano al cuore di molti Pastori e fedeli. Tutti i cristiani, senza distinzione, pongano ora gesti di riconciliazione e di comunione».
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