Il Papa conferma il viaggio in Iraq con una messa allo stadio, ma i contagi di Covid restano altissimi

Il Papa conferma il viaggio in Iraq con una messa allo stadio, ma i contagi di Covid restano altissimi
di Franca Giansoldati
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 19:59

Città del Vaticano – Il Papa in Iraq dirà messa in uno stadio. Ancora non si sa quante persone saranno ammesse alla celebrazione visto il tasso molto alto dell'andamento dei contagi. 

Il Vaticano ha reso noto oggi il programma definitivo del viaggio fissato dal 5 all'8 marzo. Oltre all'incontro con l'ayatollah sciita Al Sistani, fissato per il 6 marzo, una visita a Mosul per una preghiera di suffragio per le vittime della guerra, si trasferirà ad Erbil dove celebrerà una messa allo stadio Hariri. Al momento gli organizzatori non hanno fornito numeri sulle persone che, eventualmente, potranno partecipare anche perchè i dati che sono stati diffusi oggi sulla pandemia non lasciano ben sperare. L'ondata dei contagi resta alta e non cenna ad invertire tendenza. L'Organizzazione Mondiale della Salute riporta 597774 casi confermati, per un totale di 12,834 morti con un incremento del 3%, un punto in percentuale in più rispetto allo scorso dicembre che era al 2%. 

L'andamento con cui si diffonde il Covid continua a preoccupare il pontefice.

Lo scorso mese, davanti al timore dei contagi in Italia e a Roma, il Papa aveva persino deciso di non affacciarsi dalla finestra del palazzo apostolico per non creare assembramenti in piazza san Pietro alla recita degli Angelus domenicali. 

Stamattina però davanti al corpo diplomatico incontrato in Vaticano ha ripetuto che andrà in Iraq. «E' mio desiderio riprendere a breve i Viaggi Apostolici, cominciando con quello in Iraq, previsto nel marzo prossimo. I viaggi costituiscono un aspetto importante della sollecitudine del Successore di Pietro per il Popolo di Dio sparso in tutto il mondo, come pure del dialogo della Santa Sede con gli Stati. Inoltre, essi sono spesso l'occasione propizia per approfondire, in spirito di condivisione e di dialogo, il rapporto tra religioni diverse».

A dare grattacapi al viaggio iracheno c'è anche l'aspetto (non secondario) legato alla sicurezza. Entro la fine dell'anno ci saranno le elezioni e il clima è surriscaldato. In alcune zone sono ancora in corso operazioni di pulizia contro la presenza dell'Isis. Due settimane fa ci sono stati due attentati, di cui uno, al mercato, ha causato la morte di 32 persone e il ferimento di una settantina. I bombardamenti al Nord hanno colpito obiettivi importanti contro l'Isis e in questi giorni, secondo fonti locali, l'attivista civile iracheno Raed al Daami e' stato rapito da ignoti armati, torturato e gettato in un cimitero nel governatorato di Kerbala, in Iraq.

L'emittente curdo-irachena "Rudaw" ha aggiunto che Al Daami "e' stato sottoposto a tortura dopo il sequestro, effettuato da ignoti a bordo di un pick-up". Il comando di polizia di Kerbala, raggiunto dall'emittente, non ha rilasciato commenti al riguardo. Fin dall'inizio delle proteste antigovernative esplose in Iraq nell'ottobre 2019, decine di attivisti sono stati uccisi o sequestrati, e alcuni di loro sono tuttora scomparsi.

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