Papa Francesco, giallo sul filmato che apre alle famiglie gay. Spunta un documento contrario di Wojtyla e Ratzinger

Papa Francesco, giallo sul filmato che apre alle famiglie gay. Spunta un documento contrario di Wojtyla e Ratzinger
di Franca Giansoldati
4 Minuti di Lettura
Giovedì 22 Ottobre 2020, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 23 Ottobre, 10:47

Città del Vaticano – Tra silenzi imbarazzati e sospetti di censure in Vaticano è scoppiato il giallo sulla frase pronunciata da Papa Francesco davanti alle telecamere a proposito della storica svolta sulle famiglie gay. Quei pochi minuti di pellicola sembrerebbero estrapolati da una vecchia intervista rilasciata dal Papa un anno fa a Televisa, la televisione messicana, ma mai messi in circolazione. Le immagini (relative alla frase sulle famiglie gay) sono contenute nel lungo documentario dedicato all'attuale pontificato - intitolato “Francesco” e diretto dal regista russo Evgeny Afineevsky: una opera che sta scatenando un autentico polverone all'interno della Chiesa per l'evidente cambio di dottrina in corso. 

IL VIDEO

Si vede il Papa seduto su uno scranno, su uno sfondo marrone, alle spalle la sagoma dello schienale di una seggiola, mentre pronuncia in spagnolo la frase: «Le persone omosessuali hanno diritto a stare in una famiglia, sono figli di Dio (…) quello che dobbiamo creare è una legge che contempli le unioni civili, in questo modo sono legalmente coperti.

IO mi sono battuto per questo».

Si tratta della stessa inquadratura, stessa luce, stesso sfondo che appare anche nella intervista alla tv messicana.

Peccato però che quella frase non compaia poi nell'intervista a Televisa e nemmeno nel testo che a suo tempo fu diffuso dal Vaticano. Come se fosse stato sottoposto a monte a un taglio o a una specie di censura da parte del Vaticano. Chissà. Nel silenzio dei media vaticani avanzano tanti dubbi, sospetti, ipotesi visto che quel pezzetto registrato - contenente la frase tabù - ha fatto capolino ora nel documentario proiettato al Festival del Cinema di Roma.

Che cosa sia accaduto è difficile stabilirlo. Anche se il portavoce della tv messicana Televisa, Ruben Acosta Montoya ha confermato, in una dichiarazione al Washington Post, che la frase del Papa sulle famiglie gay era contenuta nella intervista rilasciata a Valentina Alazraki, corrispondente di Televisa, nel 2019, anche la cassetta del registrato consegnata dal Vaticano a Televisa non conteneva la frase. Evidentemente era stata censurata. «Qualcuno dal Vaticano ci ha consegnato la cassetta con il registrato della intervista alla nostra corrispondente. Evidentemente più tardi ha dato il resto del materiale a qualcun altro».

IL REGISTA

Intanto il regista russo del film-documentario su Papa Francesco assicura che la sua pellicola è stata visionata personalmente dal pontefice quest'estate che ha visto il film sul suo tablet. E che l'intervista con la frase sulle famiglie gay è stata fatta in esclusiva per il suo progetto cinematografico. Il regista non menziona affatto l'intervista del Papa a Televisa. E' proprio questo passaggio che sta sollevando il sospetto di un progetto studiato a tavolino. Sulla questione il Vaticano è naturalmente stato interpellato ma per ora ha mantenuto un insolito silenzio e sui canali ufficiali non sono apparse rettifiche, spiegazioni, chiarimenti. 

Intanto la frase sull'apertura della Chiesa alle unioni civili omosessuali si è diffusa in tutto il mondo facendo discutere vescovi e cardinali anche perché non sembra sia stato ancora cancellato un provvedimento dottrinale firmato dall'allora cardinale Joseph Ratzinger , quando era prefetto della dottrina della fede, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II. Nel documento dottrinale si invitano i fedeli, i parroci, i vescovi a non collaborare in alcun modo all'avanzata delle legislazioni civili che tendono a parificare la famiglia formata da un uomo e una donna a famiglie formate da persone dello stesso sesso.

«La Chiesa - si legge - insegna che il rispetto per le persone omosessuali non può portare in nessun modo alla approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali». Sotto al documento resta la spiegazione che l'allora Papa Giovanni Paolo II nel 2003 aveva concesso udienza al cardinale Ratzinger e aveva approvato quelle considerazioni dottrinali decise nella sessione ordinaria della Congregazione, ordinandone la divulgazione e pubblicazione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA