Vaticano, il sagrato trasformato nel Festival (flop) della Fratellanza, il Papa dal Gemelli: «No alla guerra»

Vaticano, il sagrato trasformato nel Festival (flop) della Fratellanza, il Papa dal Gemelli: «No alla guerra»
di Franca Giansoldati
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Sabato 10 Giugno 2023, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 06:11

Città del Vaticano – «Sentiamoci chiamati ad applicare il balsamo della tenerezza all’interno delle relazioni che si sono incancrenite, tra le persone come tra i popoli. Non stanchiamoci di gridare “no alla guerra", in nome di Dio o nel nome di ogni uomo e di ogni donna che aspira alla pace». Sul sagrato di San Pietro il cardinale Mauro Gambetti ha letto il messaggio preparato dal Papa mentre gli altoparlanti facevano partire a palla le note di “We are the world”, il celebre brano scritto a quattro mani da Michael Jackson e Lionel Richie nel 1985 che, all'epoca, aveva il nobile obiettivo di raccogliere fondi per l'Etiopia affamata da una carestia devastante.

Papa Francesco avrebbe dovuto essere presente ma in questi giorni è convalescente al Gemelli per l'operazione all'addome. Ha così incaricato Gambetti a leggere il suo discorso, mentre prima di lui il cardinale Piero Parolin dava il benvenuto ad una trentina di premi Nobel arrivati a Roma nei giorni scorsi per firmare una dichiarazione comune in cui si chiede la cessazione di tutti i conflitti armati, incoraggiando la comunità internazionale a istituire un ministero per la pace, a impegnarsi di più contro le disuguaglianze sociali. «All'odio rispondiamo con l'amore.

Basta piantare un piccolo seme al giorno». 

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UCRAINA

Mentre le bombe russe nel cuore dell'Europa stanno distruggendo l'Ucraina, al primo Festival della fratellanza organizzato dalla neonata fondazione Fratelli Tutti del cardinale Gambetti, tutti sono stati bene attenti a non menzionare i morti di Bucha o la distruzione della diga di Kakhovka, come se fosse qualcosa di lontano o forse troppo scomodo. 

COLDIRETTI

Contrariamente alle previsioni della vigilia quando Gambetti aveva immaginato la presenza di decine di migliaia di persone, sulla piazza vaticana non c'era tutta la folla prevista. Il primo incontro mondiale sulla fraternità umana in fondo, per certi versi, si è rivelato un semi flop. In compenso via della Conciliazione per l'occasione è stata trasformata in una specie di allegra sagra di paese con decine di stand contadini in cui erano in vendita i prodotti della Coldiretti per aiutare gli alluvionati romagnoli. Sul sagrato di San Pietro, invece, è stato allestito un palcoscenico per uno spettacolo mandato in diretta dalla Rai con cantanti, attori, ballerini e persino il coro dell'Antoniano che ha rispolverato il repertorio classico, da Quarantaquattro gatti in fila per tre con il resto di due, a Volevo un gatto nero, tanto in voga negli anni Settanta. 

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SPETTACOLO

A condurre l'evento-spettacolo è stato chiamato Paolo Conti mentre la Rai lo mandava in onda in connessione con alcune sedi collegate in diretta nel mondo. Bangui in Centrafrica, Gerusalemme, Brazzaville, Buenos Aires, Trapani dove si è levato il grido accorato contro i respingimenti dei migranti. «Abbiamo tanti problemi nel mondo ma noi abbiamo una strada maestra da percorrere – ha sottolineato Parolin - che è la strada della fraternità che la Chiesa ha sempre indicato e che papa Francesco ha indicato nella enciclica Fratelli tutti. E' la via per costruire un mondo nuovo di pace e solidarietà. Speriamo che queste parole impegnative possano tradursi nella pratica di tutti i giorni». 

CANTANTI

«È la prima volta che canto qui, sono emozionatissimo, saluto il Santo Padre» ha esclamato Mr. Rain che ha cantato in piazza San Pietro 'SupereroI', il suo successo portato a Sanremo. Prima di lui Andrea Bocelli aveva dedicato a Papa Francesco 'Fratello Sole Sorella Luna', «un canto francescano». Tra gli artisti chiamati a prendere parte allo show (a titolo gratuito) anche Al Bano che ha interpretato l'Ave Maria,

Poi c'erano Amii Stewart, il ballerino Roberto Bolle, Simone Cristicchi. Si sono anche intervallate diverse testimonianze: Filippo Grandi dell'Unhcr, Sandra Sarti di Aiuto alla Chiesa che Soffre, due 'ex nemiche' che hanno studiato insieme nella cittadella della pace di Rondine e che ora sono testimoni di fratellanza, una di nazionalità russa e l'altra ucraina ma anche in questo caso tutto è restato prudentemente sotto traccia. Della guerra nel cuore dell'Europa era meglio non parlare. Troppo scomoda.

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