Coppie gay, l'ex sacerdote omosessuale: «Le dichiarazioni del Papa? Fondamentali ma non sono una sorpresa»

Coppie gay, l'ex sacerdote omosessuale: «Le dichiarazioni del Papa? Fondamentali ma non sono una sorpresa»
di Valeria Arnaldi
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Giovedì 22 Ottobre 2020, 15:09 - Ultimo aggiornamento: 15:10

«Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili». Le dichiarazioni di Papa Francesco nel documentario “Francesco” di Evgeny Afineevsky, presentato oggi alla Festa del Cinema di Roma, hanno fatto rapidamente il giro del mondo. Francesco Lepore, ex sacerdote, in passato latinista presso la Segreteria dello Stato Vaticano e poi minutante della Biblioteca Apostolica Vaticana, oggi giornalista de Linkiesta e caporedattore di Gaynews.it, siamo di fronte a una rivoluzione?

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«Le dichiarazioni del Papa contenute nel documentario sono di grande importanza e stanno avendo la giusta risonanza mediatica a livello internazionale, perché il Papa ha parlato della necessità di tutelare  legalmente le coppie omosessuali ovunque siano nel mondo.

Per chi conosce il percorso di Bergoglio, però, non sono una sorpresa. Il suo biografo ufficiale, Sergio Rubín, aveva già parlato dell’appoggio che l’allora cardinale Bergoglio aveva dato alla normativa sulle unioni civili in Argentina. Tali dichiarazioni erano state smentite da autorevoli esponenti della Sala Stampa Vaticana ma confermate da altri nomi importanti vicini al Pontefice».

Ad esempio?

«Anche Juan Carlos Scannone, gesuita, conosciuto come teologo del Papa, ha dichiarato che Bergoglio era favorevole alle unioni civili, perché riteneva questa normativa un buon compromesso per evitare il matrimonio egualitario. In Argentina, Bergoglio ha portato avanti una battaglia molto forte contro il matrimonio egualitario, legalizzato nel 2013, in primo luogo perché il matrimonio, nella dottrina cattolica, è uno dei sette sacramenti ma considerando pure il matrimonio tra persone dello stesso sesso come una deriva antropologica. Questo parere è stato confermato da Marcelo Figueroa».

L’apertura dunque c’era già stata?

«Nonostante queste sue posizioni non siano stato espresse pubblicamente, il Papa ha ricevuto opposizioni. È comunque indicativo che, contrariamente a quanto accaduto in caso del matrimonio egualitario, non abbia indetto manifestazioni e non abbia mai incontrato politici contrari. È da notare che il Papa, seppure con distinguo, nel documentario riconosce alle persone dello stesso sesso unite civilmente lo status familiare. Per le persone che conoscono il percorso del Papa, però, lo ripeto, non c’è sorpresa, perché non è qualcosa che non appartenga al convincimento di Francesco».

La rivoluzione, però, c’è.

«Il cambiamento di platea è fondamentale: all’epoca, il Papa si muoveva nell’ambiente argentino, qui ora parla di una necessità a livello mondiale».

A proposito di famiglia, nel film, il Papa cita Andrea Rubera e il suo compagno, insieme da trent’anni e con tre figli.

«Andrea si era rivolto al Papa per capire come comportarsi in parrocchia, temendo un’accoglienza negativa per i suoi figli. Papa Francesco gli disse di non temere e di rivolgersi al parroco, perché sarebbe stato accolto. E così è stato. Il Pontefice non ha espresso un mutamento in ambito dottrinario, ha evitato di esprimere giudizi sulle forme in cui un bambino può essere stato concepito ma si è posto di fonte alla realtà esistente».

E ora, cosa dobbiamo aspettarci pure in termini di ricadute?

«Il fatto che il Papa parli di tutele legali per coppie dello stesso sesso tende a mettere in crisi il castello argomentativo di chi, anche in nome della posizione della Chiesa, non sostiene la tutela delle coppie omosessuali. Credo metteranno in difficoltà esponenti delle destre e cattolici-conservatori nella votazione della legge Zan, che peraltro prevede la tutela di persone LGBT contro atti di violenza e quindi non incide sulla dottrina della Chiesa. Penso che però queste parole comunque peseranno».

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