Papa Francesco si lamenta delle cordate e degli intrighi: in giro ci sono troppi preti «zitelloni e acidi» serve più gentilezza

L'omelia (lunghissima) viene letta da Francesco con voce ferma e piena

Papa Francesco si lamenta delle cordate e degli intrighi: in giro ci sono troppi preti «zitelloni e acidi» serve più gentilezza
di Franca Giansoldati
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Giovedì 6 Aprile 2023, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 10:06

Città del Vaticano – C'è ben poca armonia nella Chiesa con preti zitelloni, lamentosi, mediocri e pettegoli. Papa Francesco tratteggia minuziosamente lo stato delle cose e i rischi ecclesiali, arrivando a evocare persino spaccature, cordate e intrighi di corte all'ombra di San Pietro nella prima delle lunghe celebrazioni del periodo pasquale, la messa del crisma, che il Pontefice presiede a San Pietro davanti a migliaia di fedeli, vescovi e cardinali. La celebrazione è stata affidata al cardinale Angelo De Donatis poiché il Papa non riesce più a salire i sette gradini che portano all'altare sotto il baldacchino di San Pietro. L'omelia (lunghissima) però viene letta da Francesco con voce ferma e piena, e spesso alterna la lettura a ricordi personali e altri passaggi fatti a braccio per incoraggiare i parroci che non bisogna «andare avanti svogliati». In basilica ci arriva in carrozzina, spinto dal maggiordomo che lo aiuta sempre a Santa Marta. Durante la lettura tossisce alcune volte, a riprova che la bronchite che lo aveva colpito la scorsa settimana (portandolo dritto in ospedale per una fribrillazione cardiaca) non lo ha ancora lasciato.

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Francesco se la prende con il “chiacchiericcio” di corte, con il carrierismo imperante, con chi predilige un agire grigio e abitudinario rispetto ad uno spirito di comunione e virtuoso. «Sto facendo memoria di alcuni di voi che sono in crisi, disorientati e non sanno che strada prendere, non sanno come riprendere una seconda opzione.

La doppia vita non li aiuterà». 

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In un altro passaggio ricorda che «si pecca contro lo Spirito che è comunione quando si diventa, anche per leggerezza, strumenti di divisione; e si fa il gioco del nemico, che non viene allo scoperto e ama le dicerie e le insinuazioni, fomenta partiti e cordate, alimenta la nostalgia del passato, la sfiducia, il pessimismo, la paura. Stiamo attenti, per favore, a non sporcare l’unzione dello Spirito e la veste della Madre Chiesa con la disunione, con le polarizzazioni, con ogni mancanza di carità e di comunione». 


GENTILEZZA

In un altro passaggio dell'omelia si concentra sullo stile dei preti individuando nella loro acidità la causa dell'allontanamento di tante persone. «Penso anche alla gentilezza del sacerdote: se la gente trova persino in noi persone insoddisfatte e scontente che criticano e puntano il dito, dove vedrà l’armonia? Quanti non si avvicinano o si allontanano perché nella Chiesa non si sentono accolti e amati, ma guardati con sospetto e giudicati! In nome di Dio, accogliamo e perdoniamo, sempre! E ricordiamo che l’essere spigolosi e lamentosi, oltre a non produrre nulla di buono, corrompe l’annuncio, perché contro-testimonia Dio, che è comunione e armonia». 

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La tradizionale messa del Crisma evoca l'ultima cena e il sacramento del sacerdozio. Un cammino, spiega Bergoglio, che spesso può essere interrotto da crisi personali.  «A tutti, prima o poi, succede di sperimentare delusioni, fatiche e debolezze, con l’ideale che sembra usurarsi fra le esigenze del reale, mentre subentra una certa abitudinarietà e alcune prove, prima difficili da immaginare, fanno apparire la fedeltà più scomoda rispetto a un tempo. Questa tappa rappresenta un crinale decisivo per chi ha ricevuto l’unzione. Si può uscirne male, planando verso una certa mediocrità, trascinandosi stanchi in una “normalità” dove si insinuano tre tentazioni pericolose: quella del compromesso, per cui ci si accontenta di ciò che si può fare; quella dei surrogati, per cui si tenta di “ricaricarsi” con altro rispetto alla nostra unzione; quella dello scoraggiamento».

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