Vaticano, volano stracci. Il cardinale Hollerich offende don Georg: «Cerca solo le luci della ribalta»

Hollerich affronta anche il tema delle dimissioni di Francesco

Vaticano, volano stracci. Il cardinale Hollerich offende don Georg: «Cerca solo le luci della ribalta»
di Franca Giansoldati
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Giovedì 26 Gennaio 2023, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Gennaio, 07:49

Città del Vaticano – Ormai volano gli stracci nella Chiesa tedesca messa a dura prova da tre anni di tira e molla tra due fazioni, da una parte i progressisti che vogliono riforme importanti subito, per esempio le benedizioni delle coppie gay, il sacerdozio femminile, la modifica del Catechismo (nella parte riguardante l'omosessualità e la morale sessuale), l'abolizione del celibato sacerdotale, e dall'altra parte i conservatori che si oppongono dimostrando l'impossibilità di stravolgere la dottrina, le regole ancora in vigore e persino il Vangelo. Lo scontro che va avanti a singhiozzo finora è stato certamente mitigato dalla presenza in Vaticano del Papa emerito Ratzinger al quale la fazione dei conservatori guardava con fiducia, identificandosi con la visione teologica portata avanti da tutti i pontefici e considerando gli strappi sulla dottrina tentativi di 'protestantizzare' la Chiesa cattolica tedesca. L'ultimo atto di questo show down è il duro contrasto, al limite dell'offesa personale, tra il cardinale Jean Claude Hollerich - presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea e vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa -  e il segretario personale di Ratzinger, don Georg Gaenswein, autore di alcune pubblicazioni in cui mette in evidenza il pensiero del teologo tedesco in materia. Iniziative editoriali che non hanno certamente riscontrato il favore dei progressisti tedeschi, contribuendo a rendere ancora più incandescente il clima generale.

 «Chi rappresenta la Chiesa è il Papa, non il prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein: si è sovraesposto, ha voluto sostituirsi a  Papa Francesco e questo è un fatto molto grave».

Hollerich affida questo giudizio al vetriolo alla stampa. «Chi fa il segretario di un Papa deve essere la sua ombra sempre e non cercare le luci della ribalta».

Hollerich affronta poi il tema delle dimissioni di Francesco. Pur ritenendole improbabili ha chiarito che se dovesse eventualmente un giorno rinunciare al suo ruolo, si farebbe chiamare 'vescovo emerito di Romà e non vestirebbe più di bianco. «Questo è un accento diverso rispetto al recente passato e certamente un titolo meno problematico rispetto a quello di Papa emerito. Comporterebbe certamente meno tensioni e confusioni su chi sia il regnante».

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Papa Bergoglio ha dichiarato decine di volte nel corso del pontificato di essere pronto a lasciare il posto ad altri, qualora non fosse più nelle condizioni di esercitare con pienezza il suo ruolo, in presenza per esempio di malattie degenerative. «Si governa con la testa e non con le ginocchia» ha scherzato un giorno rispondendo ad un giuornalista. Hollerich sottolinea che «la sua mente è ancora lucida, per fortuna. Chi nella Chiesa aspetta un suo passo indietro sono le stesse persone e gli stessi ambienti che hanno paura del Sinodo e di una Chiesa in cammino, non più bloccata nel passato. In verità lo sanno che non riusciranno a fermarla». Il riferimento esplicito del cardinale gesuita, considerato molto vicino a Francesco, è relativo al percorso di riforme avviato dai vescovi tedeschi tre anni fa coinvolgendo la base dei cattolici attraverso un dialogo a tappeto che ha portato alla luce in Germania (ma non solo) la necessità di modificare rapidamente tanti punti dottrinali, per esempio sulle donne sacerdote o sulle benedizioni alle coppie gay.

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I problemi e gli scontri che ne sono scaturiti facendo emergere due fazioni contrapposte, da una parte coloro che vedevano in Ratzinger un baluardo alla richiesta di novità e dall'altra i sostenitori di Papa Francesco considerato il motore della rivoluzione in atto, sono stati alimentati proprio dal pensionamento di Benedetto XVI e dai suoi collaboratori. Hollerich a tal proposito è netto e fa riferimento a don Georg: «una volta divenuto emerito Ratzinger ha detto chiaramente che si sarebbe ritirato in preghiera. Non è stato lui a creare fibrillazioni, ma altri a lui vicino hanno fatto circolare suoi interventi e lettere da porre in contrapposizione a certe scelte di Francesco, da loro non condivise. Questo è un modo disonesto di vivere la Chiesa». 

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