Papa rilancia preghiera del Comitato di Abu Dhabi per la fine del coronavirus, ma i rabbini non aderiscono

Papa rilancia preghiera del Comitato di Abu Dhabi per la fine del coronavirus, ma i rabbini non aderiscono
di Franca Giansoldati
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Giovedì 14 Maggio 2020, 11:08

Città del Vaticano - Papa Bergoglio cita San Francesco d'Assisi nella giornata di digiuno e preghiera per chiedere la fine dell'epidemia di coronavirus. «Oggi l'Alto Comitato per la Fratellanza Umana ha indetto una giornata di preghiera e digiuno per chiedere a Dio misericordia e pieta' in questo momento tragico di pandemia», ha detto all'inizio della messa celebrata stamane a Santa Marta. «Tutti siamo fratelli, diceva San Francesco: tutti fratelli per questo, uomini e donne di ogni confessione religiosa, ci uniamo nella preghiera e nella penitenza, per chiederre la grazia della guarigione».

Il Comitato a cui faceva riferimento è quello nato a seguito dell'incontro negli Emirati Arabi, ad Abu Dhabi, il 4 febbraio del 2019 con l'Imam di Al-Azhar, Ahmed al-Tayyeb e la firma congiunta del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. L’Alto Comitato è composto diversi leader religiosi, compresa una presenza ebraica. 

Alla giornata odierna di digiuno e preghiera però non partecipa l'assemblea dei Rabbini italiani. Interpellato dal Messaggero il portavoce della comunità ha spiegato che sicuramente avranno aderito altre sigle o associazioni legate al mondo ebraico ma non l'Assemblea dei Rabbini Italiani. 

In compenso però hanno accolto l'invito in modo massiccio gli induisti che in italia sono circa 160 mila e ormai partecipano alla ripartizione dei fondi dell'8 per mille, finanziando progetti umanitari, tra cui anche una inizitiva contro la violenza sulla donne. 

L’Unione Induista Italiana (UII) ha mandato a tutte le sue comunità in Italia questo appello di unirsi in preghiera e, compatibilmente con le proprie condizioni di salute,  di osservare il digiuno. 

Questo momento di preghiera si svolgerà rigorosamente ciascuno nella propria casa, non essendo ancora possibile riunirsi all’interno del tempio per ragioni legate all’emergenza sanitaria. 


 

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