«L'oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose» e' stata dal centro della catechesi che ha preceduto l’Angelus, dedicata alle figure dello scriba, che «rappresenta le persone importanti, ricche e influenti», e a quella di «una povera vedova, la cui posizione sociale era irrilevante perche’ priva di un marito che potesse difendere i suoi diritti, e che percio’ diventava facile preda di qualche creditore senza scrupoli». E proprio a coloro che «ostentano la propria posizione sociale, si fregiano del titolo di rabbi’, cioe’ maestro, amano essere riveriti e occupare i primi posti» con «una ostentazione che e’ soprattutto di natura religiosa, perche’ pregano a lungo per farsi vedere e si servono di Dio per accreditarsi come i difensori della sua legge» si indirizzano le critiche di Gesu’ ed oggi quelle del Papa che condanna «questo atteggiamento di superiorita’ e di vanita’ che porta al disprezzo per coloro che contano poco o si trovano in una posizione economica svantaggiosa, come le vedove».
Poi ha aggiunto: «Gesù smaschera questo meccanismo perverso: denuncia l’oppressione dei deboli fatta strumentalmente sulla base di motivazioni religiose, dicendo chiaramente che Dio sta dalla parte degli ultimi.
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