Il cardinale Pell: la Chiesa deve adottare trasparenza e competenza nell'amministrare denaro

Il cardinale Pell: la Chiesa deve adottare trasparenza e competenza nell'amministrare denaro
di Franca Giansoldati
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Venerdì 15 Gennaio 2021, 18:15

Città del Vaticano – Trasparenza nell'uso del denaro, competenza nell'amministrarlo, coerenza nella gestione. Solo così il Vaticano uscirà dai guai. Il cardinale George Pell, ex ministro dell'economia del Vaticano, ha parlato ad un webinar organizzato da “The Global Institute of Church Management” sul tema della trasparenza nell'amministrazione finanziaria della Chiesa e si è detto convinto che molti degli attuali problemi finanziari d'oltretevere, in particolare il controverso acquisto di una proprietà a Londra, avrebbero potuto essere evitati, o «sarebbero stati intercettati prima, se la revisione esterna di Pricewaterhouse Cooper non fosse stata annullata nell'aprile 2016». In pratica se la due diligence - bloccata dalla Segreteria di Stato – fosse andata a buon fine, tante perdite sarebbero state individuate molto prima e fermate. Una accusa molto importante che va di nuovo a bersagliare la gestione della Segreteria di Stato dei cardinali Parolin e Becciu.

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Per questo la recente decisione del Papa di accentrare tutte le risorse della Segreteria di Stato nelle mani dell'Apsa, da dove dipenderà un unico centro per gli investimenti, si tratta di un passaggio obbligato. «Quando io ero in Vaticano sembrava meno importante chi controllava certe risorse di denaro piuttosto che quel denaro fosse gestito nel migliore dei modi».

Con il trasferimento di tutte le risorse all'Apsa e alla Segreteria della Economia, secondo il cardinale, sarà ora più semplice fermare le cose che non vanno bene o che presentano opacità. 

«Il progetto del Papa di istituire anche un consiglio di esperti per gestire gli investimenti penso sia una cosa vitale» ha aggiunto Pell. Infine, sulla questione dell'Obolo di San Pietro – fino a qualche tempo fa nelle mani gestionali della Segreteria di Stato – Pell ha ripetuto che la finalità di quel denaro serve per finanziare la carità del pontefice e per coprire alcuni dei costi della curia. 

L'Obolo, ha detto al webinar, non avrebbe mai dovuto essere utilizzato per fare investimenti: «se i donatori offrono denaro alla Chiesa per uno scopo, il denaro deve essere utilizzato per quello scopo specifico e non per altro». 

«C'è una stretta connessione tra l'incompetenza e l'essere derubati. Se ci sono persone competenti che sanno quello che fanno, è molto più difficile essere derubati» ha detto insistendo sulla questione della trasparenza, un obbligo che deve valere in Vaticano come in ogni diocesi del mondo. Secondo il cardinale il tema della trasparenza in futuro sarà fondamentale per uscire dalle attuali secche. «Dal punto di vista finanziario non sono sicuro che il Vaticano possa continuare a perdere soldi come stiamo perdendo”. Perchè, ha fatto capire, che non ci sono solo problemi per via della crisi dovuta al Covid che ha fatto venire meno tanti introiti (primo tra tutti quello dei musei vaticani). Ma si sta affacciando un altro problema, stavolta relativo alal sostenibilità del sistema. “Vi sono pressioni molto reali... dal fondo pensioni».

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