Papa Francesco affida al cardinale Tomasi il futuro dell'Ordine di Malta: rivolta per spostare le elezioni

Il cardinale Silvano Tomasi nuovo delegato speciale del papa per l'Ordine di Malta
di Franca Giansoldati
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Domenica 1 Novembre 2020, 15:46 - Ultimo aggiornamento: 15:48

Città del Vaticano – Colpo di scena all'Ordine di Malta. Il Papa ha nominato il neo cardinale Silvano Tomasi suo Delegato Speciale del più antico ordine cavalleresco, al posto del cardinale Becciu, con il compito di fare da garante alla imminente elezione del Gran Maestro nonché arbitro del processo di riforma costituzionale in corso. «Ella godrà di tutti i poteri necessari per decidere le eventuali questioni che dovessero sorgere» scrive il Papa in una lettera, aggiungendo che Tomasi sarà anche il suo “esclusivo portavoce” papale «per tutto ciò che attiene alle relazioni tra il Vaticano e l’Ordine».

L'incarico di Delegato era vacante dopo che Francesco, un mese fa, aveva silurato il cardinale Becciu che, oltre a presiedere la congregazione dei Santi, aveva anche l'incarico di Delegato Speciale, un mandato delicatissimo resosi necessario per le lotte intestine all'ordine di Malta esplose dopo lo scontro tra l'ex Gran Maestro Festing (costretto anch'egli alle dimissioni dal Papa) e il Gran Cancelliere, Boeselager.

Si trattava sostanzialmente uno scontro tra due visioni contrapposte, scoppiato sull'affaire della distribuzione di profilattici in zone di guerra e sulla natura di una misteriosa eredità milionaria.

Festing fedele alla morale della Chiesa e al Magistero aveva domandato a Boeselager di fare un passo indietro e dimettersi, visto che era stato lui, anni prima, in qualità di Grande Ospedaliere, ad autorizzare il Malteser a distribuire in Myanmar dei condom. In questa trama un po' opaca spuntò anche un contenzioso parallelo, relativo alla gestione di una maxi eredità da parte di un nobiluomo francese di origine svizzera, Jehan du Tour che, morendo, aveva lasciato tutti i suoi averi all'Ordine di Malta e ad altri eredi (circa 120 milioni di euro). Su quella eredità nacque un contenzioso che si risolse solo con la fuoriuscita dell'ex Gran Maestro Festing. Due mesi dopo il suo ritorno in Inghilterra, nel marzo 2017, venne raggiunto un accordo sulla eredità subordinato ad una due diligence che fece Promontory. Nella Due diligense si legge che questo immenso patrimonio familiare era depositato sin dagli anni Venti in una fondazione in Lussemburgo chiamata Turricula, ma che non era stato possibile arrivare alla sua origine per mancanza di documentazione anche se veniva escluso che potessero essere il frutto di attività illegali. Che fine abbiano fatto questi soldi e a cosa siano serviti non è mai stato spiegato.

Con la morte dell'ultimo Gran Maestro, Giacomo dalla Torre sono riprese le ostilità tra il blocco tedesco (guidato da Boeselager) e quello francese e inglese. Gli italiani risultano spaccati. All'orizzonte ci sono le elezioni fissate per la prossima settimana, anche se il Covid ci ha messo lo zampino rendendo tutto ancora più ingarbugliato, visto che i cavalieri professi (cioè gli elettori che hanno emesso i voti di castità, povertà e obbedienza) abitando quasi tutti all'estero e avendo tutti una certa età sono praticamente impossibilitati a prendere aerei, con il rischio di contagiarsi. 

Due giorni fa un gruppo di cavalieri professi ha mandato un SOS al cardinale Braz De Aviz, prefetto della congregazione dei Religiosi (e dunque competente anche in materia di Ordine di Malta) di intervenire immediatamente per rimandare l'elezione del Gran Maestro fissata dal 7 al 9 novembre. I cavalieri avvertono allarmati il cardinale che a causa del Covid e delle restrizioni imposte, in quei giorni a Roma non ci sarebbe il quorum richiesto per l'elezione. Che almeno 55 cavalieri sono impossibilitati a viaggiare. Pertanto non solo le elezioni sarebbero invalide, ma anche che chi gestisce l'ordine in questo momento non può ignorare richieste tese a far slittare il Consiglio Compito di Stato a tempi migliori.

Il Gran Cancelliere Boeselager, invece, ormai forte della nomina del neo cardinale Tomasi, indicato come suo alleato in questo frangente, è sicuro che l'elezione sarebbe tecnicamente possibile perchè la legge canonica lo permettere. I cavalieri elettori denunciano, invece, la possibilità di invalidare tutto anche perché, in queste condizioni, il Gran Maestro potrebbe essere eletto da cavalieri che non sono professi. 

In ballo, oltre alle elezioni di un Gran Maestro (o di una figura momentanea fino alla votazione delle nuove costituzioni) c'è la natura stessa dell'ordine di Malta. Una ampia parte di cavalieri professi contestano la deriva che avrebbe preso negli ultimi anni l'Ordine con il rischio di assomigliare a una specie di Ong, attraverso una laicizzazione strisciante. Sono stati firmati e sottoscritti anche documenti che sono stati inviati, in passato, al Papa.

La riforma delle costituzioni dovrebbe tenere conto del rinnovamento della vita religiosa dei cavalieri professi, attualmente sempre più anziani e in minoranza. Il lavoro impostato dal cardinale Becciu, di fare ritrovare all'Ordine le radici spirituali, potrebbe essere cancellato dal nuovo Delegato, il neo cardinale Tomasi, grande amico di Parolin, il Segretario di Stato. La prossima mossa adesso spetterà a lui. 

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