«Non parlo del caso specifico, ma in generale per un paziente di 86 anni che ha avuto una bronchite sconsiglierei di prendere freddo in una sera di aprile, anche tenendo conto che è previsto un abbassamento delle temperature». Pesa bene le parole, per rispetto al Santo Padre e ai colleghi che lo hanno in cura, il professore Giovanni Galluccio, docente della Scuola di Specializzazione in Malattie Respiratorie Università di Roma La Sapienza. Papa Francesco è ricoverato al Gemelli per una infezione respiratoria. Vuole essere di nuovo in Vaticano per l’inizio dei riti della Settimana Santa e ieri lo staff medico ha parlato di «netto miglioramento». Il Papa vorrebbe presenziare, al Palatino, alla Via Crucis del Venerdì Santo. Tra una settimana. Anche altri medici, a microfono spento, pur con grande rispetto per il Santo Padre, non nascondono la sorpresa per la scelta di Papa Francesco di tornare rapidamente alle sue funzioni con l’inizio della Settimana Santa, a partire dalla possibilità che affronti il freddo serale durante la Via Crucis. Non è un mistero che Bergoglio abbia un carattere burbero quando si tratta di medici e ospedali, che come tanti suoi coetanei a volte abbia anche un rapporto conflittuale con i camici bianchi e non ami restare troppo a lungo in ospedale, tenendo sempre conto comunque che anche in Vaticano potrà essere garantita un’assistenza di alto livello. Fonti mediche confermano: si è optato per un rapido ricovero, mercoledì, «dati i fattori di rischio» e nel caso delle infezioni respiratorie «l’utilizzo precoce di antibiotici e anti-infiammatori è la migliore garanzia di una pronta guarigione». Ecco, ma cosa comporta una infezione respiratoria? Spiega il professor Galluccio: «Questa definizione comprende tante cose: la forma più banale è una bronchite, una infezione ai bronchi. Poi, ci possono essere infezioni che coinvolgono sia i bronchi sia i polmoni, le broncopolmoniti, e possono avere anche una certa gravità. Questo comporta anche difficoltà respiratorie, dolore toracico, febbre. La polmonite è ancora differente, perché coinvolge un intero lobo del polmone. Parlando genericamente di un paziente anziano, con precedenti importanti respiratori, una infezione respiratoria, su un polmone già danneggiato, può comportare difficoltà di respiro».
SCENARI
Massimo Volpe, professore di Cardiologia alla Sapienza, all’AdnKronos Salute ha ricordato: «Il Pontefice è sofferente da tempo, è costretto a lunghi periodi di immobilità, una condizione che mette a rischio la salute di qualsiasi anziano.
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