Papa Francesco rompe il silenzio sul caso Viganò e lo accusa di aver mentito: «Non sapevo nulla di McCarrick»

Papa Francesco rompe il silenzio sul caso Viganò e lo accusa di aver mentito: «Io non sapevo nulla di McCarrick»
di Franca Giansoldati
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Martedì 28 Maggio 2019, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 18:17

Città del Vaticano – Papa Francesco dopo quasi un anno rompe il silenzio sul caso Viganò, l’arcivescovo che con una lettera choc aveva accusato il pontefice di avere taciuto sulla gravità dell’ex cardinale McCarrick (pedofilo e molestatore di seminaristi). Lo ha fatto attraverso una intervista alla tv messicana Televisa.  Nella lettera l’ex nunzio Carlo Maria Viganò affermava che lui stesso, in un’udienza all’inizio del pontificato, lo aveva messo al corrente della pedofilia di McCarrick, ma il Papa inizialmente non aveva fatto nulla perché si trattava di un cardinale progressista suo amico e finanziatore di tanti progetti.

Il Papa stavolta si difende e accusa indirettamente Viganò di mentire: «Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla. Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto. Il motivo del mio silenzio è stato prima di tutto che le prove erano lì, vi ho detto: giudicate voi. È stato davvero un atto di fiducia. E poi, per quello che vi ho detto di Gesù, che nei momenti di accanimento non si può parlare, perché è peggio. Tutto va a sfavore. Il Signore ci ha indicato questo cammino e io lo seguo».
 
Il Papa prosegue: «Il silenzio di questi mesi è un modo di parlare. In quel caso ho visto che Viganò non aveva letto tutta la lettera, allora ho pensato che confidavo nell’onestà dei giornalisti e ai quali ho detto: Guardate, qui avete tutto, studiate e traete voi le conclusioni. E questo hanno fatto, perché il lavoro l’hanno fatto, e in questo caso è stato fantastico. Ho fatto molta attenzione a non dire cose che non erano lì ma poi le ha dette, tre o quattro mesi dopo, un giudice di Milano quando ha condannato Viganò». Il Papa fa riferimento ad un processo civile contro Viganò per una vicenda legata alla ripartizione dell’eredità di famiglia.

«Ho taciuto – ha spiegato il Papa - perché avrei dovuto gettare fango. Che fossero i giornalisti a scoprirlo. E voi l’avete scoperto, avete trovato tutto quel mondo. È stato un silenzio basato sulla fiducia in voi. Non solo, ma vi ho anche detto: tenete, studiatelo, è tutto. E il risultato è stato buono, meglio che se mi fossi messo a spiegare, a difendermi. Voi giudicate prove alla mano. C’è un’altra cosa che mi ha sempre colpito: i silenzi di Gesù. Gesù rispondeva sempre, anche ai nemici quando lo provocavano, “si può fare questo, quello”, per vedere se cadeva nella provocazione. E lui in quel caso rispondeva. Ma quando divenne accanimento il Venerdì santo, l’accanimento della gente, tacque. Al punto che lo stesso Pilato disse: “Perché non mi rispondi?”. Ossia, di fronte a un clima di accanimento non si può rispondere. E quella lettera era un accanimento, come voi stessi vi siete resi conti dai risultati. Alcuni di voi hanno persino scritto che era pagata, non so, non mi risulta però».
 

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