Papa Francesco in tv da Fazio entra nelle case degli italiani: «Serve più amore per salvare il mondo dal disastro»

La storica intervista del Pontefice a Che tempo che fa su Rai3

Papa Francesco in tv da Fazio entra nelle case degli italiani: «Serve più amore per salvare il mondo dal disastro»
di Franca Giansoldati
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Domenica 6 Febbraio 2022, 23:20 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 11:17

Città del Vaticano – Serve un surplus di amore per salvare il mondo dal baratro. Nelle case degli italiani, attraverso il talk show più nazional-popolare, Che Tempo che Fa,  è arrivata tutta in una volta la predicazione che Papa Francesco ha sviluppato in questi otto anni di regno. In un'ora di intervista con Fabio Fazio non è mancato all'appello nessuno degli argomenti che più stanno a cuore a Bergoglio, e sui quali si è speso nelle udienze, durante i viaggi internazionali, nelle encicliche, negli interventi, nei discorsi ai capi di Stato, nei gesti pubblici e privati. 

I migranti

I migranti ignorati dall'indifferenza imperante, le spese per le armi sempre più smisurate, le guerre che nascono come funghi, le sofferenze dei bambini sotto le bombe, il silenzio di Dio, la solitudine, il clima, le violenze domestiche e sulle donne, l'Europa che sta collassando per la mancanza di una politica migratoria comune, la Chiesa afflitta da troppe rigidità, il bisogno che si avverte ovunque di amore e tenerezza.

L'elenco è lungo. Papa Francesco in collegamento da Fazio ha raccontato anche un po' di se stesso, sul fatto che ha «pochi amici ma veri sui quali sa di poter contare sempre». E poi la sua passione per la musica e la vena allegra che non lo abbandona nemmeno nei momenti più tribolati. 

«Quello che si fa con i migranti e' criminale: per arrivare soffrono tanto» ha detto. «Ci sono immagini, ci sono lager di trafficanti: cosa soffrono nelle mani dei trafficanti coloro che vogliono fuggire! Soffrono, poi rischiano per traversare il Mediterraneo, e poi alcune volte sono respinti. Qualcuno che ha la responsabilità' locale dice 'qui non vengono', e ci sono navi che girano per trovare il porto. A loro viene detto: 'No, che muoiano sul mare'. Questo succede oggi». 

 

Papa Francesco ritiene che ogni paese dell'Unione debba indicare quanti migranti è in grado di accogliere, «e questo e' un problema di politica interna e dev'essere pensato bene». In Europa ripete che vi è una ingiustizia di fondo, visto che non si fa una politica comune, di equilibrio. «I migranti vengono in Spagna e in Italia, i paesi piu' vicini. Non li ricevono altrove». Per il Papa, «il migrante sempre va accolto, va accompagnato, va promosso e va integrato. Questo e' importante: pensate alla tragedia di Zaventem, i ragazzi che hanno fatto quello erano belgi ma figli di migranti ghettizzati, non integrati. E li' le ideologie crescono».

Calo demografico

In un altro passaggio il Papa ha insistito sul calo demografico. «Poi ci sono paesi che con il calo demografico che vivono ad esempio Spagna e Italia. UN migrante integrato aiuta quel paese. Dobbiamo pensare intelligentemente alla politica migratoria, una politica continentale, e responsabilità' nostra. E il fatto che il Mediterraneo sia il cimitero piu' grande ci deve far pensare».

Le guerre

Un altro grande argomento sono state le guerre che si moltiplicano, al punto da mettere a repentaglio la sicurezza mondiale. «Nell'immaginario universale quello che conta e' la guerra, la vendita delle armi. La gente e i bambini che muoiono non contano. Eppure con un anno senza fare armi ci sarebbe da mangiare ed educazione per tutto il mondo, ma questo e' in secondo piano. Si pensa alle guerre e noi siamo abituati a questo, e' duro ma e' la verità'». 

Video

L'ironia

Ad un certo punto della trasmissione (che non è andata in diretta ma è stata registrata nel pomeriggio a Santa Marta, come si può vedere dall'ora che segna l'orologio del Papa nella fotografia) Francesco ha fatto ironia su se stesso. Il buon umore non gli manca. Sono «come uno normale: non che io sia normale, ho delle mie anormalità, ma diciamo come un uomo comune che ha degli amici e a me piace stare con degli amici, raccontare cose mie, ascoltare le loro, anzi: ho bisogno degli amici per questo uno dei motivi per cui non sono andati a abitare a Santa Marta è avere persone intorno. I papi prima di me erano santi io non me la cavo e ho bisogno di rapporti umani, per questo ho scelto l'albergo santa Marta, ci sono tutti, trovi amici, è una vita più facile per me, l'altra non le la sento». 

Tenacia

Francesco, 85 anni, reduce da una operazione al colon ha tanti programmi davanti e dimostra tenacia e condivisione con le fatiche quotidiane delle persone. «Se uno vede tanta gente che soffre, persone che sopportano difficoltà familiari, economiche, padri di famiglia che vedono che il salario non arriva a fine mese, con la pandemia purtroppo. Non sarei onesto se dicessi che sopporto, sopporto come tutta la gente sopporta, e poi non sono solo, c'è tutta la Chiesa attorno a me, donne e uomini bravi, ma non sono un campione che sopporta il peso, sopporto come la maggior parte della gente sopporta». Infine il suo progetto programmatico: «Ho cercato di indicare la strada della Chiesa verso il futuro, una Chiesa in pellegrinaggio, e oggi il male più grande della Chiesa è la mondanità spirituale, una chiesa mondana». 

 

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