Cerimonia ridotta all'osso per le Guardie Svizzere, un nuovo caso di coronavirus in Vaticano

Cerimonia ridotta all'osso per le Guardie Svizzere, un nuovo caso di coronavirus in Vaticano
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Maggio 2020, 19:05

Città del Vaticano - Mentre il Vaticano conferma un nuovo caso di coronavirus tra i dipendenti, la pandemia ha costretto a celebrare l'anniversario della istituzione della Guardia Svizzera  - «l'esercito più piccolo del mondo» - con un rito ridotto all'osso. Niente folla, niente famigliari, niente festa, soprattutto niente assembramenti. E oggi pomeriggio, nell'anniversario del sacrificio di 147 guardie svizzere cadute in difesa di papa Clemente VII durante il Sacco di Roma (6 maggio 1527), le celebrazioni si sono limitate a una messa nel Campo Santo Teutonico, alla deposizione di una corona di fiori e alla consegna di onorificenze in diretta streaming.



Nessuno però indossava le mascherine per l'occasione anche se dalle immagini si vedevano i soldati e i prelati a distanza di sicurezza. Da alcuni giorni, però, le guardie svizzere che montano la guardia all'ingresso del Vaticano hanno avuto l'ordine di indossare una protezione. 

 Le onorificenze - assente all'ultimo momento il sostituto della Segreteria di Stato, Pena Parra -, sono andate a guardie decorate per il loro lungo e fedele servizio presso la Santa Sede. Nelle attuali circostanze, le reclute che dovevano prestare il Giuramento non hanno presenziato fisicamente, come avveniva negli anni passati, ma sono state rappresentate ciascuna dalla propria lingua nazionale a seconda del cantone di appartenenza.

«Oggi preghiamo per le guardie che sono tornate alla casa del Padre, e anche per quanti lavorano in questa emergenza, volontari, infermieri, medici, che alleviano le sofferenze dei nostri fratelli in difficoltà a causa del virus, per gli scomparsi e per quanti piangono la perdita dei loro cari», ha detto all'inizio della messa commemorativa monsignor Luigi Roberto Cona

© RIPRODUZIONE RISERVATA