L'argomento è stato affrontato anche ieri, durante l'udienza privata al premier Conte. Recentemente il Vaticano non aveva mancato di manifestare una certa delusione per il mancato appoggio italiano al Global Compact on Migration siglato a Marrakesh da 164 nazioni. Al patto Onu sui migranti non hanno aderito diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Polonia, l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, l’Australia, l’Austria e la Lettonia. L’Italia e la Svizzera hanno però annunciato di volere sottoporre il testo all’esame del Parlamento prima di aderire anche se Inizialmente l'Italia avrebbe dovuto firmarlo. Proprio in questo periodo il tema dei migranti divide Palazzo Chigi e la Chiesa. Da una parte il ministro dell'Interno, Salvini e dall'altra Famiglia Cristiana e Avvenire, oltre che un buon numero di vescovi e cardinali.
L'ultimo vescovo che è intervenuto pubblicamente è stato monsignor Giuseppe Piemontese di Terni che ha inviato una lettera augurale alla città in vista delle festività attaccando duramente il Decreto sicurezza. «Quest’anno il presepe vivente, in molte parti d’Italia, non sarà una sacra rappresentazione, ma una drammatizzazione dal vivo perché il Decreto sicurezza, mentre è venuto incontro in alcuni punti ad aspettative legittime, ha abbandonato a se stessi e tra mille difficoltà, migliaia di immigrati di ogni colore e provenienza, che vivono nelle nostre città. E tuttavia abbiamo fiducia perché, molti uomini e donne di buona volontà, a Natale e in futuro, si faranno strumenti concreti della Provvidenza di Dio. Se vogliamo vivere un Natale vero, cristiano occorre che ciascuno si apra a sentimenti e opere di compassione, umanità, accoglienza e condivisione».
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