Dalla stanza del Gemelli il Papa firmerà gli atti importanti, nessuno dei poteri può essere delegato

Dalla stanza del Gemelli il Papa firmerà gli atti importanti, nessuno dei poteri può essere delegato
di Franca Giansoldati
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Giovedì 8 Giugno 2023, 08:33

CITTÀ DEL VATICANO Era appena terminata l'udienza del mercoledì, la piazza vaticana si stava svuotando e i fedeli stavano defluendo chiassosi mentre Papa Francesco, accompagnato dal suo infermiere, saliva svelto in auto per andare al Gemelli. Di lì a poco lo avrebbe aspettato un'operazione all'addome: i medici che il giorno prima gli avevano fatto la Tac non gli hanno lasciato molte scelte mettendolo con le spalle al muro, ben sapendo che l'ipotesi di una nuova anestesia generale l'illustre paziente la aveva precedentemente sempre scartata con forza, a volte allontanando persino i suoi collaboratori in modo un po' brusco, quando a Santa Marta, vedendolo soffrire tanto per via del ginocchio gli suggerivano di risolvere con una operazione e una protesi. Il ricordo dei fastidi post operatori che gli aveva lasciato l'anestesia generale due anni fa - quando ebbe un intervento al colon suggeriva al Papa di liquidare tutto con la solita battuta pronta: «Piuttosto che farmi operare di nuovo con una anestesia mi dimetto».

Il primo a fare gli auguri di pronta guarigione a Francesco e stemperare la tensione che in queste ore aleggia in Vaticano è stato il suo principale collaboratore, il cardinale Pietro Parolin.

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LA CURIA

Mentre inaugurava il primo grande ufficio informazione per il prossimo Giubileo, in via della Conciliazione, ha affrontato dubbi e interrogativi di tanti fedeli, compresa la grande questione di come venga gestita un'emergenza del genere, magari attivando un temporaneo passaggio dei poteri, giusto il tempo in cui il pontefice anestetizzato sarebbe stato sotto i ferri. Alla domanda dei giornalisti se vi siano regole in merito, il cardinale segretario di Stato ha chiarito. «No, per il momento no, assolutamente no. Non c'è niente, quindi immagino che sarà qualche ora, il tempo necessario per l'intervento poi riprenderà, anche se da un letto di ospedale l'esercizio corrente del ministero. Va da sé che se ci sono cose che devono essere decise, urgenti, si porteranno a lui al decimo piano dell'ospedale dove è ricoverato».
Come del resto è stato anche in precedenza. La Sede Apostolica, dunque, quando il Papa è sotto i ferri non può minimamente essere considerata intralciata o sospesa. Lei è preoccupato? Parolin è stato rassicurante: «Non saprei cosa dire. Non ho elementi per dire nulla, né in un senso né nell'altro». Poi ha aggiunto che la nota ufficiale diffusa dal Vaticano per confermare del nuovo ricovero pur avendo un linguaggio molto tecnico «forse non è sempre facile da capire ma dà elementi di chiarezza che permettono di inquadrare bene il problema».
Per i collaboratori di Francesco l'operazione era piuttosto routinaria e, salvo imprevisti, non presentava complicazioni di sorta.

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LE PROCEDURE

Il Segretario di Stato ha fatto capire che la conduzione quotidiana delle cose correnti continuerà nei prossimi giorni al Gemelli e, come sempre, spetterà al Sostituto per la Segreteria di Stato portare alla firma del Papa i documenti o altri atti che necessitano di decisioni importanti e non differibili.
La Sede Apostolica viene considerata vacante solo in caso di dimissioni o di morte. In questo caso le norme in vigore sono precise e contemplate nella costituzione Universi Dominici Gregis (una sorta di manuale per il conclave). L'ultima volta che in Vaticano sono state avviate quelle procedure risale al 2013 con le dimissioni dell'allora Benedetto XVI, quando annunciò di voler rinunciare al ministero petrino. In quella circostanza il governo ordinario veniva assicurato dalla Camera Apostolica, presieduta dal Cardinale Camerlengo, dal Vice-Camerlengo e dai Prelati Chierici di Camera mentre, in parallelo, veniva convocato il conclave.
Papa Francesco il mese scorso con un rescritto (una sorta di decreto) per colmare alcuni vuoti legislativi che sono affiorati nel frattempo (per l'entrata in vigore della nuova costituzione) ha ritoccato alcune norme per dare la possibilità in caso di Sede Vacante all'Ufficio del Revisore Generale di portare avanti l'ordinaria amministrazione e i controlli contabili necessari per far quadrare i bilanci e assolvere agli obblighi internazionali.

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