«Il suo luminoso esempio ricorda a tutti che sono le suore le persone più impegnate, nelle varie parti del mondo, a contrastare la tratta di esseri umani e condizioni di vita e di lavoro che rimandano ai tempi bui della schiavitù e sono ancora purtroppo molto diffuse. Forse persino in espansione» si legge sul quotidiano della Santa Sede che mette in evidenza di come le donne, in vari ambiti, dimostrino di essere «le più tenaci e coraggiose nella battaglia contro gli sfruttatori». E sono anche quelle che, se pure non si riesce a debellare la piaga dal punto di vista sociale, rimangono «accanto alle vittime per condividere con loro condizioni disumane di vita. Perché sanno che solo l’amore silenzioso ma costante può sanare ferite spaventose e ridare speranza, o anche solo il coraggio di tirare avanti».
L'Osservatore Romano si chiede se possa bastare riconoscere alle donne il genio femminile, evocato da Giovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem. «Ma oggi ci domandiamo se questo riconoscimento può bastare, se può la chiesa, soprattutto in una situazione di crisi interna ed esterna, continuare di fatto a ignorare queste donne, continuare a non ascoltare la loro voce, il loro pensiero. Se può continuare a pensare che non siano proprio loro le testimoni più credibili e convincenti del Vangelo, soprattutto perché ricche di esperienze spirituali e umane che sono oggi particolarmente necessarie all’evangelizzazione, indispensabili per una istituzione in difficoltà».
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