Covid, il Concistoro diventa un rebus per il Papa: cerimonia anti pandemia per i nuovi cardinali

Covid, il Concistoro diventa un rebus per il Papa: cerimonia anti pandemia per i nuovi cardinali
di Franca Giansoldati
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Giovedì 12 Novembre 2020, 17:09

Città del Vaticano - Per Papa Francesco organizzare un concistoro ai tempi del coronavirus è un vero rompicapo. Praticamente un esercizio di abilità creativa: mettere d'accordo le restrizioni anti-covid con l'afflato umano delle cerimonie cardinalizie è tutt'altro che facile. In questi giorni si stanno mettendo a punto le modifiche senza alterare troppo i riti tradizionali considerando i paletti della pandemia: distanza di sicurezza, niente assembramenti, mascherine obbligatorie, sanificazione di tutti gli oggetti, ventilazione degli ambienti e impossibilità a partecipare per tanti neo cardinali, visto che i viaggi per molti di loro sono ormai interdetti.

Solo sei nuovi cardinali sono italiani, tutti gli altri arrivano da diverse parti del pianeta, già alcuni di loro hanno fatto sapere che non potranno raggiungere il Vaticano.

Il micidiale virus è il convitato di pietra a uno dei riti più suggestivi della Chiesa, annunciato da Francesco per il prossimo 28 novembre.

Per forza di cose alcuni passaggi simbolici come l'abbraccio tra il nuovo cardinale e il Papa, dopo la consegna dell'anello, della berretta rossa e del titolo (o diaconia) è stato sostituito con una specie di inchino a debita distanza, o un cenno di riverenza. Così come il passaggio del titolo o del berretto. Sarà il diretto interessato e non più dal Papa a prenderlo, sempre per via del mantenimento della distanza di sicurezza. 

Già di per sé macchinoso in situazioni di normalità l'evento ora si presenta un rompicapo in una atmosfera sospesa, insolitamente nuova per tutti. Il clima di festa fatto di folle variopinte in una babele di linguaggi lascerà spazio a cerimonie in tv, più sicure e meno contagiose.

Durante i concistori il Vaticano per due giorni diventava meta di massicci flussi di persone che si recavano a messa, a omaggiare i porporati, armati di telefonino e fotocamere per immortalare il proprio cardinale in uno dei momenti più pittoreschi. Piazza san pietro, l'aula Paolo VI piene, i palazzi apostolici aperti in via eccezionale alle visite di cortesia, segnalavano sempre il tutto esaurito e davano l'idea della internazionalizzazione della Chiesa, con comitive ciarliere provenienti dal Ghana, piuttosto che dall'Honduras o dalla Francia, in un miscuglio di lingue, costumi tradizionali e curiosità varie.

Stavolta non ci sarà niente di tutto questo. I cardinali italiani che potranno raggiungere Roma e viaggiare senza problemi, superando le barriere delle zone arancioni o rosse, potranno prendere parte alla messa a San Pietro, che si terrà all'altare della Cattedra. Pochissime le persone ammesse. Ogni cardinale potrà estendere l'invito ad un massimo di 10 persone (in genere i familiari). Vietatissime le comitive diocesane. Tutti gli altri  caridinali che  vivono all'estero, dal vescovo del Chiapas a quello statunitense Wilton Gregory, dal ruandese Kambanda, al filippino Advincula, dal cileno Aos Braco o Cornelius Sim del Brunei avranno le insegne cardinalizie in una cerimonia in nunziatura, dal nunzio apostolico. Qualche precedente in passato c'era già stato anche se si trattava di situazioni eccezionali. Soprattutto se il cardinale era anziano o malato. E' accaduto con i cardinali in pectore, quelli che erano stati creati in assoluto segreto durante i regimi comunisti nel dopoguerra, in Vietnam o in Cina. Recentemente fu fatto per Loris Capovilla, già segretario personale di Giovanni XXIII, che ricevete la berretta nella chiesa di Sotto il Monte, nel bergamasco, dalle mani del cardinale Angelo Sodano. 


Un altro caso ha riguardato Pimiento Rodríguez un anziano vescovo colombiano annunciato nel concistoro del 2015: non potendo muoversi ricevette le insegne da Rubén Salazar Gómez, arcivescovo di Bogotá insieme al nunzio.

Naturalmente il 28 novembre la messa di Papa Francesco sarà trasmessa via web, con la solita modalità per seguire a distanza tutto, come è stato ampiamente sperimentato durante i mesi del primo lockdown quando c'era la serrata delle messe. L'appuntamento del 28 novembre porterà sotto i riflettori il collegio cardinalizio che mai come ora è terremotato, con un cardinale – Angelo Becciu – defenestrato dal Papa e spogliato dei diritti cardinalizi in attesa di riabilitazione e un porporato polacco ultra novantenne – Gulbinovicz - che è stato punito con l'interdizione di celebrare e di essere sepolto in cattedrale, nel caso dovesse morire, per una storia di molestie sessuali. 
 

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