Le autorità antiriclaggio dell'Australia, nessuna anomalia nei bonifici del Vaticano

Il cardinale George Pell
di Franca Giansoldati
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 20:45

Città del Vaticano -  Tutto regolare. Sui bonifici partiti dal Vaticano e diretti in Australia, finiti sotto la lente d'ingrandimento della polizia australiana e dell'organo di antiriciclaggio nazionale, per il sospetto che quel denaro potesse essere servito a pagare i testimoni del processo al cardinale Pell, è arrivata una prima verifica da parte delle autorità australiane. Lo stato di Victoria (dove si è celebrato il processo a Pell) ha comunicato che non sono stati riscontrati anomalie di sorta. 

La polizia di Victoria ha spiegato che l'Australian Transaction Reports and Analysis Centre (AUSTRAC) -  l'organo di controllo dei crimini finanziari - non ha ravvisato alcuna attività sospetta relativa alle transazioni. 

La questione aveva sollevato un polverone (anche) in Australia ed era stata deferita persino alla Commissione anti-corruzione indipendente del Victoria (IBAC), che indaga sulla cattiva condotta della polizia di stato.

Ma anche qui - ha informato la Reuters - non è emerso nulla. Analogamente, il capo dell’agenzia di intelligence AUSTRAC ha riferito in Senato che ha fatto le indagini ma senza trovare riscontri.

«In assenza di altre prove o informazioni, la polizia di Victoria ha preso atto del consiglio dell'AUSTRAC. Al momento non stiamo conducendo ulteriori indagini».

La polizia di Victoria nel 2017 aveva mosso diverse accuse contro Pell per reati sessuali su minori.

Alcuni giornali italiani avevano riportato che la gendarmeria stava indagando su bonifici del Vaticano in Australia per circa 700.000 euro (828.000 dollari) al fine di aiutare i "nemici" di Pell mentre Pell affrontava le accuse.  Il cardinale Pell è stato assolto dall'Alta Corte australiana ad aprile dopo aver scontato 13 mesi di carcere.

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