Papa solidale coi lavoratori della coop sfrattata dai religiosi Oblati per dare l'immobile alla Croce Rossa

Papa solidale coi lavoratori della coop sfrattata dai religiosi Oblati per dare l'immobile alla Croce Rossa
di Franca Giansoldati
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Giovedì 23 Settembre 2021, 04:40 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 15:28

Città del Vaticano - Papa Francesco stamattina durante l'udienza generale ha salutato e rincuorato oltre cento tra operatori e migranti del centro di accoglienza Mondo Migliore. Tra questi anche quei lavoratori che stanno per perdere il lavoro, una scelta, ha riferito la cooperativa Auxilium, «dei padri Oblati di Maria Vergine, proprietari dell'immobile nel quale operavano, e della Croce Rossa Italiana che dal primo ottobre gestirà il centro». Al momento né Oblati né Croce Rossa, infatti, hanno ancora risposto ai continui appelli lanciati dai lavoratori e dai sindacati che nel frattempo sono intervenuti.

Il gruppo, composto anche da circa 40 bambini, è stato guidato da Angelo Chiorazzo, fondatore della Cooperativa Auxilium, e da Domenico Alagia, coordinatore del centro accoglienza.

Un centro all'avanguardia che in cinque anni di attività ha accolto oltre 7000 migranti (con oltre 600 minori) con professionalità e umanità riconosciuta anche dal pontefice e dalle più alte cariche istituzionali.

«E' per tutti noi un momento triste - ha detto Angelo Chiorazzo -. E' impossibile collaborare con rappresentanti di Ordini religiosi che avendo una visione principalmente economica dell'accoglienza dei migranti rischiano di far perdere la fiducia nelle istituzioni ecclesiastiche. Come ci ricorda Papa Francesco: nella vita vengono prima le persone».

In questi anni , ha sottolineato Domenico Alagia, «gli Oblati e il loro legale rappresentante, Padre Silvano Porta non si sono mai visti a Mondo Migliore, né per celebrare una messa a Natale, né per un gesto di attenzione verso i tanti bambini nati nel centro, né per supportare gli operatori nei momenti più complicati, come quando accogliemmo i migranti della Nave Diciotti». 

Dichiarazioni che però vengono contestate da padre Silvano Porta che a nome dell'Istituto degli Oblati di Maria Vergine afferma che i «fatti riferiti sono falsi e gravemente diffamatori». Attraverso i suoi legali fa sapere che «non è, infatti, vero che i padri non hanno mai frequentato il Centro, al contrario hanno operato fattivamente sia sotto il profilo organizatorivo che spirituale-religioso, e egli ospiti del Centro sono i primi testimoni di tale attività. Inoltre non è vero che l'istituto ha sfruttato il Centro per speculazioni immobiliari  e per perseguire fini economici. Al contrario l'Istituto sin dal 2016 si è reso parte diligente e attiva impiegando proprie risorse, affinchè fosse riaperto non più come Centro congressuale e di ritrovo spirituale bensì come struttura di prima accoglienza per i migranti. Inotre - ha aggiunto - non è vero che gli operatori del centro siano stati 'sfrattati' in violazione delle norme di legge e abbiano perso il lavoro a causa dell'istituto. Al contrario tutte le procedure sono state svolte nel pieno rispetto delle norme di legge».

Sulla vicenda - ancora aperta -  era intervenuta anche la Prefettura di Roma: il 29 settembre aveva anche tentato una mediazione tra le parti, su sollecitazioni dei sindacati, per tentare di salvaguardare i posti di lavoro dei 36 lavoratori che erano impiegati dal Centro Mondo Migliore. Dal verbale della riunione viene spiegato che i sindacati lamentavano la mancanza di confronti con chi è subentrato nella gestione, dopo essersi aggiudicato l'appalto, nella applicazione della clausola sociale che prevederebbe l'assorbimento di tutte le risorse umane attualmente impiegate.  La Prefettura di Roma ribadiva che una riflessione approfondita era «doverosa oltre che legittima. In tal senso era stato chiesto a Croce Rossa di coindividere in una prospettiva di leale collaborazione ogni elemento informativo utile a far coprendere ai lavoratori, per il tramite dei sindacati, quali siano le determinazioni dell'azienda in merito all'applicazione della clausola sociale».

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