Papa Francesco chiede al mondo di non abituarsi alla guerra e poi ringrazia i giornalisti per il loro lavoro

Bergoglio si appella al senso comune dei fedeli

Papa Francesco chiede al mondo di non abituarsi alla guerra e poi ringrazia i giornalisti per il loro lavoro
di Franca Giansoldati
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Domenica 21 Maggio 2023, 15:07 - Ultimo aggiornamento: 15:46

Città del Vaticano - «Per favore, non abituiamoci ai conflitti e alle violenze. Non abituiamoci alla guerra, per favore. E continuiamo a stare vicini al martoriato popolo ucraino». Il giorno dopo l'annuncio di avere conferito mandato al cardinale Matteo Zuppi per tentare una imminente missione di pace tra le parti belligeranti, Papa Francesco dalla finestra del palazzo apostolico si appella al senso comune dei fedeli mostrando ancora una volta la sua angoscia per una situazione che rischia di sfuggire di mano lasciando la voce solo alle armi. Ieri aveva mandato un messaggio ai leader del G7 riuniti in Giappone ricordando loro la portata devastante della bomba atomica sganciata su Hiroshima. Al termine della preghiera mariana domenicale il Papa si è soffermato anche sul Sudan dove è incorso una guerra civile e ha rivolto un pensiero di solidarietà ai romagnoli in ginocchio per la peggiore alluvione dal Polesine in poi che ha causato oltre 30 mila sfollati.

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In questo quadro doloroso e impressionante, dalle guerre fino alle tragedie climatiche, Francesco non ha mancato di ringraziare i giornalisti e tutti coloro che veicolano informazioni vere, corrette, libere.

L'occasione è la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali: «È il cuore che ci muove a una comunicazione aperta, accogliente», ha sottolineato il Pontefice. «Saluto i giornalisti, gli operatori della comunicazione qui presenti - ha quindi aggiunto -. Li ringrazio per il loro lavoro e auspico che sia sempre al servizio della verità e del bene comune. Un applauso a tutti i giornalisti!».

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Nel suo messaggio diffuso a gennaio per San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Francesco spiegava quanto sia urgente per i mass media «parlare con il cuore» in un tempo «così propenso all’indifferenza e all’indignazione». Faceva l'esempio della guerra: «Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori» per sostenere le aspirazioni alla pace. L'esempio di san Francesco di Sales risultava calzante considerato «il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava».

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