Ucraina, foto choc: nella stanza delle torture inciso sul muro il Padre Nostro in russo

Il capo della polizia ucraina ha scoperto il graffito ed è rimasto assorto

Ucraina, foto choc: nella stanza delle torture gli ucraini hanno inciso sul muro il Padre Nostro in russo
di Franca Giansoldati
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Domenica 18 Settembre 2022, 19:23 - Ultimo aggiornamento: 22:23

Chissà se è stata trascritta da uno sconosciuto, o da più sconosciuti in momenti di terrore puro. Ucraini, probabilmente soldati, transitati in una angusta cella di torture. Ogni lettera è stata graffiata sul muro, quasi scolpita più e più volte, fino a che le lettere in cirillico non fossero ben visibili, forse con un chiodo o con qualcosa di appuntito. Probabilmente per incidere l'intonaco sporco e scuro di macchie di sangue sono occorse ore e ore. L'immagine un po' sfocata racchiude una preghiera sul muro nella stanza degli orrori: quel Padre Nostro sta facendo il giro del mondo, simbolo evidente di una guerra tra fratelli ortodossi. E racconta di quanta disperazione ci può essere quando tutto sembra crollare, forse in prossimità della morte, sicuramente del dolore più atroce.

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È stata trascritta in russo da detenuti ucraini, a sottolineare che condividono la medesima fede ortodossa, il medesimo Padre celeste, solo che a dividerli stavolta c'è un conflitto fratricida che sta gettando le basi per una spaccatura destinata a durare per le generazioni a venire. La foto è stata scattata con il telefonino dal capo della polizia ucraina, Ihor Klymenko e la ha postata sulla sua pagina Facebook.

Entrando nella camera dove sono stati bastonati, dove hanno strappato le unghie e i denti con delle tenaglie ai prigionieri, il capo della polizia è rimasto assorto davanti a quel graffito.

Un grido di aiuto a Dio su una parete lurida e probabilmente un lamento inascoltato persino dal cielo.

Balakliya nella regione di Kharkiv, in precedenza sotto il controllo delle truppe russe, è stata da poco liberata ed entrando in città sono state trovate fosse comuni e luoghi adibiti a centri di detenzione e tortura. È in uno di questi locali, sul muro di fronte, accanto ad una seggiola usata per legare mani e piedi ai prigionieri, che campeggiava la preghiera più bella del Vangelo, l'unica che Cristo ha insegnato ai discepoli per essere uniti. Il Padre Nostro non è, infatti, semplicemente una preghiera da recitare. Sarebbe il riassunto dell’intera fede cristiana e ogni sua frase dovrebbe essere accuratamente meditata e compresa. Ma in guerra sembrano tante lettere morte. Dio dove era in quella cella?

 

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