La Cei alle famiglie, iscrivete i figli all'ora di religione a scuola (percentuali in lieve calo)

La Cei alle famiglie, iscrivete i figli all'ora di religione a scuola (percentuali in lieve calo)
di Franca Giansoldati
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 13:45

Città del Vaticano – I toni dei vescovi italiani restano smorzati nonostante l'appello accorato abbia come orizzonte prossimo un declino che avanza lento e inesorabilmente costante, anno dopo anno. «A breve sarete chiamati a esprimere anche la vostra scelta se avvalervi o non avvalervi dell’Insegnamento della religione cattolica (IRC), una materia che, per sua natura, favorisce il dialogo e il confronto tra persone ed esperienze diverse».

I vescovi in una lettera si rivolgono così ai genitori italiani per incentivare a far seguire l'insegnamento religioso ai propri figli, dalla scuole primaria a quella secondaria.

La media nazionale, relativa all'anno scolastico 2019-2020 è dell'85%, con punte di disaffezione che si concentrano più al Nord e nelle scuole secondarie piuttosto che in quelle primarie. 

L’insegnamento della religione nella scuola italiana continua a riscuotere partecipazione anche se si tratta di una tenuta che va erodendosi progressivamente. Si tratta di percentuali piccole, che però non accennano a fermarsi. 

Nell’anno scolastico 2013/14, l’88,5% degli studenti aveva scelto di frequentare l’ora di religione. Nella rilevazione condotta nel 1993/94, invece, veniva scelta dal 93,5%. 

La materia dal 1984, con la revisione del Concordato tra Stato e Chiesa, è diventata una materia opzionale, scelta dalle famiglie e dagli studenti. 

Nella lettera inviata alle famiglie la Cei ricorda che «da sempre le religioni hanno avuto uno stretto rapporto con l’educazione (...) Se nel passato, anche in nome della religione, si sono discriminate le minoranze etniche, culturali, politiche e di altro tipo, oggi noi vogliamo essere difensori dell’identità e dignità di ogni persona». 

L'anno scorso erano sorte numerose polemiche per l'accordo siglato tra la Cei e il ministero dell'istruzione. L'allora ministra Azzolina aveva disposto un concorso per ricoprire il ruolo di insegnante di religione fermo da 17 anni. Da molte parti era stato sollevato il problema della idoneità all'insegnamento, che spetta al vescovo, nonostante si tratti di scuole pubbliche. Il concorso si era però arenato per le proteste del sindacato dei precari (Snadir) e così il bando è slittato a quest'anno. 

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