Il presidente Ortega silura l'ambasciatore del Papa, aveva osato difendere i prigionieri politici

La Santa Sede ha ricevuto con grande «sorpresa e rammarico» la comunicazione del governo di ritirare il gradimento al nunzio

Il presidente Ortega silura l'ambasciatore del Papa, aveva osato difendere i prigionieri politici
di Franca Giansoldati
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Domenica 13 Marzo 2022, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 12:12

Città del Vaticano – Daniel Ortega – da poco insediato per la quinta volta come presidente del Nicaragua tra il diffuso rifiuto della comunità internazionale per elezioni che mancavano di sufficienti garanzie democratiche, dopo che la maggior parte dei candidati dell'opposizione sono stati arrestati – ha espulso anche l'ambasciatore di Papa Francesco. Il motivo sottostante a questa misura estrema è la convinzione che la Chiesa nicaraguense e il Papa, attraverso il suo diplomatico, si intromettessero troppo nelle vicende politiche interne. 

La Santa Sede, ieri, ha ricevuto con grande «sorpresa e rammarico» la comunicazione del governo di ritirare il gradimento al nunzio, monsignor Waldemar Stanislaw Sommertag, imponendogli di lasciare immediatamente il Paese dopo la notifica del provvedimento.

Il Vaticano ha commentato che la misura «appare incomprensibile» perché nel corso della sua missione Sommertag ha lavorato con profonda dedizione «per il bene della Chiesa e del popolo nicaraguense, specialmente delle persone più vulnerabili, cercando sempre di favorire i buoni rapporti». In particolare aveva partecipato come testimone e accompagnatore al Tavolo di Dialogo Nazionale tra il Governo e l'Opposizione politica, in vista della riconciliazione del Paese e della liberazione dei detenuti politici. Il Vaticano ha anche riaffermato la sua piena fiducia nel Rappresentante Pontificio, come dire che tutte le azioni che Sommertag ha compiuto e fatto sono state condivise dal Papa. Insomma, è ormai guerra (diplomatica) aperta tra il pontefice argentino e Ortega.

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Per capire il clima che ormai da anni si respira in Nicaragua basta l'ultima notizia relativa alla principale oppositrice del regime, Cristiana Chamorro, che e' stata condannata per i reati finanziari dei quali era stata accusata da Ortega e che le avevano impedito di partecipare alle elezioni presidenziali dello scorso novembre, che la vedevano favorita. Chamorro e' stata riconosciuta colpevole di riciclaggio di denaro e falso ideologico. «Vogliono diffamare il mio nome, ma non ci riusciranno, ma non riusciranno mai a diffamare il nome di mio padre o di mia madre, perche' sono innocente», ha dichiarato Chamorro al termine del processo, svoltosi a porte chiuse. 

Secondo l'accusa, i presunti illeciti sarebbero stati commessi attraverso la Fondazione Violeta Barrios de Chamorro, un centro di formazione e difesa della liberta' di stampa che Cristiana Chamorro ha diretto per vent'anni. La fondazione e' stata utilizzata per ricevere denaro dall'estero destinato a destabilizzare il governo Ortega. 

Il nunzio Stanislaw Sommertag aveva già lasciato il Nicaragua agli inizi del mese, senza comunicazioni ufficiali. Era arrivato nel 2018 proprio quando esplodevano le proteste contro il governo di Daniel Ortega e sua moglie vicepresidente Rosario Murillo. La Chiesa locale era stata presa nel mirino per aver sostenuto la popolazione. Sono state assaltate le chiese dai paramilitari e minacciati i vescovi. Uno di loro, Il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Managua, monsignor Silvio Jose' Baez, nel 2019 e' stato costretto a lasciare il Paese e ora vive a Miami. 

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A fare saltare definitivamente la posizione del nunzio apostolico è stata l'espressione "prigionieri politici" in un discorso. Dopo poco gli è stato tolto il titolo di 'decano' degli ambasciatori, che nei Paesi a grande maggioranza cattolica viene dato appunto al Nunzio vaticano. L'ambasciatrice del Nicaragua presso la Santa Sede, Elliette del Carmen Ortega Sotomayor, che aveva presentato al Papa le sue credenziali nell'aprile 2021, era stata ritirata a settembre. Avrebbe dovuto essere sostituita da Sandy Anabell Davila Sandoval, che pero' in Vaticano non e' mai arrivata. Sarebbe stato il terzo cambio di ambasciatore nel giro di un anno.

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