Vaticano supera (di poco) l'esame di Moneyval, rischio medio-basso di riciclaggio di denaro

Vaticano supera (di poco) l'esame di Moneyval, rischio medio-basso di riciclaggio di denaro
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 9 Giugno 2021, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Il Vaticano reduce da una minuziosa attività ispettiva da parte degli esperti di Moneyval – il comitato del Consiglio d'Europa che valuta periodicamente il grado di riciclaggio di denaro - è stato giudicato uno Stato in cui è presente un rischio «medio basso di riciclaggio di denaro» e un «basso rischio di finanziamento al terrorismo». Il giudizio - che è stato emesso dopo la sospensione dal gruppo Egmont durata due mesi, verso la fine del 2019 - è stato pubblicato nel rapporto Moneyval uscito stamattina.  I reati segnalati in Vaticano con maggiore frequenza dal 2013 ad oggi sono evasione fiscale (25,3%); frode (21,3%); appropriazione indebita (18,7%); beni fittiziamente registrati (9,3%); insider trading e abusi di mercato (6,7%); corruzione (6,7%). 

Gli esperti hanno anche valutato un tasso basso di criminalità interna, come rapine e furti commessi da visitatori, tenendo conto che normalmente il Vaticano viene visitato da 18 milioni di persone.

Sono anche state definite le minacce di riciclaggio, tutte principalmente legate a stranieri. La maggior parte delle segnalazioni di attività sospette infatti resta legata a cittadini e giurisdizioni straniere in cui i beni (principalmente saldi bancari e investimenti) sono detenuti o gestiti in Vaticano (dall'Apsa o dallo Ior). 

La maggior parte delle indagini sul riciclaggio sono partite da segnalazioni interne. Viene rilevato che le denunce che sono state fatte alla gendarmeria sono otto per «riciclaggio di denaro e crimini simili. I casi più complessi di criminalità economica, compreso il riciclaggio, hanno incluso, tra l'altro, attività criminali interne (appropriazione indebita)».

Tra il 2013 e settembre 2019, ci sono state 32 richieste di assistenza giudiziaria reciproca riguardanti casi relativi a riciclaggio  (cioè principalmente frode ed evasione fiscale). I proventi stimati delle attività criminali variano da 2,7 milioni di euro nel 2019 a 26,9 milioni di euro.

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L'uso del contante in Vaticano in questi anni è risultato in calo a seguito delle misure adottate dalle autorità e dagli ultimi provvedimenti. In particolare, l'importo del contante dichiarato nelle dichiarazioni transfrontaliere in entrata tra il 2015 e il 2019 è diminuito del 52% (4,7 milioni di euro nel 2019) così come le dichiarazioni in uscita diminuite dello stesso importo (11,8 milioni di euro nel 2019). Le transazioni in contanti rappresentano ormai solo un terzo di tutte le transazioni (una percentuale molto più bassa che in Italia). 

Sul rischio terrorismo secondo Moneyval il Vaticano è ovviamente esposto a causa dell'alto profilo simbolico del Pontefice. Tuttavia, non c'è evidenza di potenziali minacce sulla base di segnalazioni, richieste di cooperazione internazionale o scambi di intelligence.

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In un comunicato la Santa Sede accoglie con soddisfazione il Rapporto di Moneyval «e l'incoraggiamento a proseguire sulla strada intrapresa. Con il riconoscimento della efficacia delle misure adottate da tutti gli organismi coinvolti nel contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, le Autorità della Santa Sede - si legge nella nota vaticana - assicurano il proprio impegno nel continuare il percorso di piena conformità ai migliori parametri internazionali e, a tale fine, valuteranno con attenzione le raccomandazioni contenute nel Rapporto».

Il Presidente dell'Autorità vaticana di Supervisione e Informazione Finanziaria, Carmelo Barbagallo (ex Bankitalia) ai media vaticani ha commentato che «è andata bene. Premetto - ha detto - che su ciascun punto di valutazione dell'efficacia, Moneyval esprime un giudizio, articolato su quattro livelli: efficacia 'bassa', 'moderata', 'sostanziale' o 'elevata'. La giurisdizione vaticana ha ottenuto ben cinque giudizi di efficacia 'sostanziale' e sei di efficacia 'moderata'; in nessun caso è stato espresso un giudizio di efficacia 'bassa'».

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