Vaticano, la madre della guardia svizzera omicida-suicida: «Il Papa mi dia accesso all'autopsia»

Vaticano, la madre della guardia svizzera omicida-suicida: «Il Papa mi dia accesso all'autopsia»
di Franca Giansoldati
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Martedì 4 Maggio 2021, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 09:56

Città del Vaticano – «Il solito muro di gomma». Non va tanto per il sottile e punta il dito su chi in Vaticano si ostina a tenere segretato il risultato dell'autopsia fatta al figlio, Cedric Tornay, la guardia svizzera che il 4 maggio 1998, a 23 anni fu trovata morta assieme all'allora capo della Guardia Svizzera, il colonnello Esterman, nominato comandante da poco ai vertici, e alla moglie venezuelana di quest'ultimo, Gadys Meza Romero. Tutti uccisi con armi da fuoco nella casa degli Esterman.

Muguette Tornay da allora cerca una verità, vuole avere accesso all'autopsia fatta sul figlio, a tutte le carte per confrontarle con quelle che ha lei, perché la versione che fu offerta al mondo e con la quale fu archiviato il terribile fatto si sangue non la ha mai convinta.

Il caso venne effettivamente chiuso dopo solo un'ora e mezzo, a tempi di record. Le indagini furono fatte dai gendarmi, nessuno esterno ha mai avuto accesso a quelle carte e il risultato è che Cedric, secondo il Vaticano, uccise il suo comandante e la moglie perché non aveva ricevuto una decorazione e poi fece fuoco su se stesso uccidendosi. 

Proprio oggi, anniversario della sua morte, la signora Muguette ha fatto avere al Messaggero una lunga lettera aperta in cui chiede pubblicamente (per la terza volta) al Papa e al Segretario di Stato, cardinale Parolin, di avere accesso agli atti. 

«Sebbene non ci fossero testimoni di questa tragedia, e prima ancora che fosse iniziata un'indagine, la Santa Sede dichiarò immediatamente e pubblicamente che mio figlio aveva ucciso gli Estermann prima di togliersi la vita. Ne è seguita una parvenza di indagine, rigorosamente interna, condotta da neofiti in materia penale, il cui unico scopo era quello di confermare la tesi strombazzata fin dall'inizio dal potere esecutivo che è la Segreteria di Stato (che nomina i magistrati e controlla il Tribunale dello Stato Vaticano). Nove mesi dopo, un comunicato della Santa Sede ha preso il posto di una sentenza giudiziaria». Muguette aggiunge di avere molte ragioni per dubitare seriamente di una tesi così frettolosa (notificata meno di un'ora e mezza dopo i fatti). «Io ho cercato, con l'aiuto di avvocati accreditati dal Tribunale Vaticano, di saperne di più. Niente, non avevo diritto a niente».

E aggiunge: «Fu dalla mia richiesta, che fu respinta, che iniziarono i miei problemi con il Vaticano». 

Richieste inascoltate - Dal 2001 in poi tutte le richieste si sono scontrate con un muro invalicabile. Appelli, lettere al Santo Padre, suppliche, nulla è stato fatto. «Si sono persino rifiutati di darmi l'unico rapporto dell'autopsia effettuata sul corpo di mio figlio, come se contenesse dati segreti che non avevo il diritto di conoscere». La signora Muguette non si è data per vinta e in questi anni ha continuato a scavare arrivando a tesi opposte a quelle vaticane. Suo figlio non avrebbe mai potuto comportarsi in quella maniera, togliendosi la vita. Ma soprattutto sono i nuovi elementi acquisiti, in particolare quelli forensi e balistici relativi al corpo di figlio che andrebbero in una altra direzione.

«Oggi, decido di rompere la mia promessa di segretezza su una proposta fatta - e ribadita dal 2013 al 2019 - alle più alte autorità della Chiesa cattolica, in particolare a Papa Francesco: Quello di costituire insieme, in totale discrezione e sotto l'egida di un'istituzione internazionale neutrale, un collegio di esperti indipendenti (periti balistici, chirurghi, medici legali) che, dopo la lettura delle due autopsie (quella vaticana e quella svizzera) e, se necessario, dopo l'esumazione del corpo di Cedric, avrebbero la missione di confermare o invalidare la tesi a cui sono giunto sulla morte di mio figlio». 

La signora Muguette non si arrende: «Se non spetta a me rivelare perché Alois e Gladys sono stati eliminati, spetta a me sapere come è morto Cedric, una vittima collaterale a cui è stato assegnato il comodo ruolo di capro espiatorio. Se l'onnipotenza del Vaticano rifiuta di essere onesta e trasparente, farò del mio meglio per far conoscere all'opinione pubblica la scelta colpevole che ha fatto di unire la Ragione della Chiesa alla Negazione della Giustizia. La mia richiesta è molto semplice: voglio poter confrontare i risultati della mia indagine con il dossier vaticano, che è ancora segreto e inaccessibile per la volontà politica dei primi collaboratori del Papa che, come Sovrano e Supremo Magistrato dello Stato della Città del Vaticano, ha il potere di obbligare il suo tribunale a darmi finalmente accesso a questa documentazione archiviata senza seguito».

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