Padre Caprio: «La missione di Zuppi? Non ha piani politici da proporre, serve a disinnescare lo scontro Oriente-Occidente»

Parla uno dei più accreditati esperti del mondo slavo della Chiesa, autore di decine di pubblicazioni, docente al Pontificio Istituto Orientale e per anni missionario in Russia.

Padre Caprio: «La missione di Zuppi? Non ha piani politici da proporre, serve a disinnescare lo scontro Oriente-Occidente»
di Franca Giansoldati
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Domenica 21 Maggio 2023, 16:25

Città del Vaticano - «E' ovvio che il Vaticano non ha nessun piano di pace di carattere politico o militare da proporre alle parti. E' da escludere. Quello che, invece, sta cercando di fare il Papa mandando in Ucraina e Mosca un suo inviato personale, è provare a smontare quella tendenza che sta prendendo il sopravvento di uno scontro tra Oriente e Occidente». Padre Stefano Caprio è uno dei più accreditati esperti del mondo slavo della Chiesa, autore di decine di pubblicazioni, docente al Pontificio Istituto Orientale e per anni missionario in Russia. A suo parere la determinazione di Francesco a disinnescare il rischio di uno scontro ideologico («sarebbe pericolosissimo») è all'origine di questo tentativo. «Per certi versi sembra un po' tentare l'impossibile, spes contra spem, ma il cristianesimo del resto ci rende possibile coltivare la speranza del dialogo anche quando le cose non sembrano andare per il verso giusto, andando al di là delle contese territoriali e dell'aggressione brutale, terrificante, sanguinosissima che sta subendo ingiustamente l'Ucraina». 

Quindi non ci sono piani politici da proporre secondo lei? 

«Non fa parte delle competenze del Vaticano.

La missione del cardinale Zuppi si concentra a facilitare un dialogo che oggi sembra quasi impossibile. La Chiesa non vuole lasciare nulla di intentato. La diplomazia internazionale farà il resto». 

Perchè è stato scelto proprio il cardinale Zuppi?

«Per una serie di ragioni evidenti. E' davvero un uomo abituato al dialogo e al confronto. Lo si è visto anche in Emilia Romagna. E' uno che non si spaventa mai e crede fermamente nel cuore dell'uomo. La sua storia personale lo dimostra. E poi, non dimentichiamo, che pur non essendo un nunzio apostolico possiede un indubbio curriculum come negoziatore. Penso alla pace raggiunta per il Mozambico e siglata proprio a Roma, a Trastevere». 

Potrebbe davvero riuscire in una impresa che sembra impossibile?

«Da prete posso dirle che personalmente ai miracoli ci credo». 

Inizialmente era circolata l'ipotesi che il Vaticano volesse coinvolgere, oltre a Zuppi, l'arcivescovo Gugerotti, prefetto delle Chiese Orientali e molto bene introdotto nel mondo ortodosso, sia ucraino che russo...

«Effettivamente è una altra figura di peso e molto autorevole. Probabilmente agirà dietro le quinte per aiutare la missione di Zuppi. Tutti stanno operando accanto al Papa in questa direzione, sfruttando ogni canale di comunicazione utile». 

Zelenski però quando è stato dal Papa è stato chiarissimo nel far sapere che gli Ucraini non hanno bisogno di alcun mediatore vaticano...

«Non ci sono piani da proporre. E' un messaggio che verrà ascoltato e servirà per fare riflettere sul bisogno di arrivare al più presto alle condizioni che sono necessarie per un negoziato anche se tutto al momento sembra andare da un'altra parte. Speriamo e preghiamo». 

E parte la missione del Vaticano: il Papa la affida al cardinale Zuppi

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