L'allarme della Caritas di Milano: il Covid non ferma prostituzione sulle strade

L'allarme della Caritas di Milano: il Covid non ferma prostituzione sulle strade
di Franca Giansoldati
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Venerdì 16 Ottobre 2020, 16:28

Città del Vaticano - Sulla Salaria come su altre consolari, oppure sulle strade dell'hinterland milanese lo scenario la notte è sempre lo stesso. Un panorama fatto di disperazione, solitudine, sesso a pagamento. Il Covid non ha fermato la prostituzione sulle strade, in barba ai divieti anticontagio che vengono ampiamente abbattuti per la paura di non riuscire a sottrarsi al racket della prostituzione oppure alla prospettiva di non riuscire a far fronte al proprio mantenimento. A sollevare a livello nazionale il fenomeno è la Chiesa di MIlano. 

«La paura del Covid non sta fermando la domanda di sesso a pagamento sulle strade. Occorre una maggiore responsabilità da parte dei clienti e l’offerta di alternative vere alle donne prostituite» dice il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti, in vista della 14esima giornata europea contro la tratta che si celebra il prossimo 18 ottobre.   

I volontari milanesi hanno finora intercettato 135 vittime della tratta durante le loro uscite notturne la circonvallazione nord di Milano.

Nel mese di settembre le donne incontrare sono state 45, mentre nello stesso mese dell’anno precedente erano 52. Circa metà delle donne è di nazionalità rumena (65), seguono le albanesi (24) e infine le nigeriane (22).  

«Appena è finito il lockdown, sono ricomparse sulla strada le donne e i loro clienti – spiega Gualzetti - Le nostre operatrici ci raccontano che le presenze sulle strade di Milano e hinterland sono tornate ai livelli precedenti al blocco deciso questa primavera e non accennano a diminuire nemmeno in questi giorni in cui i contagi sono tornati a salire. Le donne, soprattutto rumene, sono spinte da una forte necessità economica e non riescono a trovare alternative reali per tagliare i ponti con i loro sfruttatori, per cui accettano il rischio di ammalarsi».

Ciò che sorprende di più i volontari «è l’atteggiamento dei loro clienti che paiono indifferenti non solo alle condizioni di sfruttamento in cui si trovano queste donne, ma anche al pericolo di esporre loro stessi e le loro famiglie al virus».

Secondo la Caritas milanese per rompere questo intreccio occorre reprimere le organizzazioni criminali che ci lucrano, offrire non solo accoglienza ma anche opportunità di lavoro alle donne, ma soprattutto finalmente ottenere una presa di coscienza da parte dei clienti. 

Oltre all’assistenza sulla strada, Caritas Ambrosiana offre alle vittime di tratta ospitalità e accompagnamento verso l’autonomia economica in stretta collaborazione con la cooperativa Farsi Prossimo. Nel 2020 sono state 34 le donne accolte, 5 sono uscite dal sistema protetto e vivono in autonomia. 

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