«È stato il monastero - ha continuato il card. Becciu - ad amalgamare i poveri e a creare la pax cristiana. Guidato dalla luce del Vangelo e non da pregiudizi culturali o egoismi di parte, l'Abate ha esercitato la carità verso ognuno, senza distinzione e ha concorso a creare l'unità e la pace. Si è trattato di un cammino lento e progressivo, non privo di difficoltà, come lo sarà il cammino verso un nuovo assetto che l'Europa deve affrontare in questo cambiamento d'epoca caratterizzato da inarrestabili migrazioni di popoli».
«Anche San Benedetto - ha proseguito - dovette affrontare questa grande sfida, anche lui si trovò davanti a un cambiamento d'epoca irreversibile e lo affrontò applicando con coerenza quella Parola di Dio di cui si nutriva costantemente, fino al punto che essa è diventata »lampada e luce« non soltanto per il suo cammino personale, per quello delle sue abbazie, ma per un cammino di popoli». «Sull'esempio di San Benedetto, è necessario che i cristiani si impegnino con tutte le loro energie e nei diversi ambiti sociali, culturali e politici, per costruire un'Europa dove prendano forma le beatitudini proclamate dal Signore. Si tratta di edificare un Continente più fraterno, riconciliato e solidale, dove siano di casa valori indiscutibili quali la libertà, la giustizia, la pace. Per creare un'unità effettiva, sono necessari gli strumenti politici, economici e giuridici, ma occorre soprattutto stimolare un rinnovamento etico e spirituale che attinga alle radici cristiane del Continente», ha concluso.
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